Sarà un polo culturale all’insegna dell’innovazione, quello ricavato grazie ai lavori di recupero dell’ex complesso industriale della Siri, a Terni, originariamente Ferriera pontificia poi riconvertita a produzioni meccaniche, costituita da una serie di capannoni di circa 5.600 metri quadrati di superficie. Nel nuovo polo ha già trovato sede il Museo archeologico, e ospiterà poi anche una pinacoteca, una galleria d’arte moderna, un centro studi sulla città contemporanea, il Museo paleontologico e quello di archeologia industriale. In un edificio, oggi in abbandono e dove si produceva metanolo, sarà ricavato un teatro con 370 posti, per una spesa di un milione e mezzo di euro. L’obiettivo è la realizzazione di una nuova centralità urbana, strettamente integrata al centro storico e caratterizzata dalla conservazione della memoria industriale. Unitamente alla conservazione del viale di accesso e dello slargo centrale del sistema insediativo originario e di alcuni elementi infrastrutturali come le opere di presa d’acqua per le centrali elettriche, la totalità degli edifici preesistenti è recuperata per attività culturali e per il tempo libero. L’evento che ha inaugurato il recupero dell’ex Siri, è la mostra dedicata all’architetto Mario Ridolfi, che resterà aperta fino a settembre con ingresso gratuito. Una mostra concepita come una serie di eventi in grado di fornire un quadro complessivo dell’opera di Ridolfi, collegata al più ampio panorama nazionale e proiettata nel presente delle trasformazioni urbane più recenti, e nel passato con l’antefatto dell’opera di Cesare Bazzani a Terni. Nello stesso edificio viene a tal fine prevista la riproposizione della mostra realizzata dal Darc nella biennale di Venezia ‘Sguardi contemporanei’ e la contestuale presentazione di due mostre, una dedicata all’archeologia industriale Working Heritage ‘Il futuro del patrimonio industriale’ elaborata nell’ambito del programma ‘Cultura 2000’ dell’Unione Europea e una dedicata all’opera di Cesare Bazzani. È stata inoltre prevista una mostra di 10 fotografi ternani, aderenti all’associazione Cavour Art che hanno indagato la città post ridolfiana con una particolare attenzione alle architetture e agli spazi urbani, alle sculture della città. Mario Ridolfi è l’architetto della ricostruzione di Terni, così celebrato a cento anni dalla nascita e a venti dalla scomparsa, che ha lasciato la sua impronta di architetto, artigiano e di artista in un rapporto indissolubile e osmotico con la città, dove ha progettato con la stessa cura i palazzi patrizi e i nuovi quartieri residenziali pubblici, come il quartiere Italia. Una nuova città disegnata sulle rovine della guerra, con un’idea di qualità per tutti, un assetto urbano in cui la qualità compositiva avesse come immediato riferimento la qualità della vita non soltanto nei quartieri alti, ma nella città di tutti.
L’ex Siri diventerà un grande polo di cultura
Dove sorgevano i capannoni, ci saranno musei, gallerie d'arte e un centro studi
AUTORE:
Elisabetta Lomoro