Da Santiago de Huata (Bolivia), missione della diocesi di sant’Ubaldo, i saluti di don Leonardo “Leo” Giannelli, insieme a quelli di don Antonio “Topio” Zavatarelli, che guida la parrocchia boliviana di Peñas. È l’occasione anche per l’annuale resoconto; un documento che è una bella testimonianza sulla quale riflettere.
“Carissimi amici, eccomi qua per l’appuntamento di fine d’anno, a darvi perlomeno un rendiconto di massima su ciò che abbiamo portato avanti in Bolivia nel 2013. La parrocchia di Peñas è in una fase costruttiva, di lancio e di crescita, specialmente con il gruppo giovani e il contatto con le comunità (villaggi); la parrocchia di Huata ha la necessità di dare radici profonde alle varie attività.
Dal punto di vista economico siamo stati costretti a un notevole recesso, passando dai 180.000 euro del 2012 a circa 110.000 euro, di cui circa 17.500 prodotti con le varie attività di accoglienza gruppi (casa Chuquiñapi, barche, montagna) nelle due parrocchie; il rimanente è divisibile tra le realtà di Biella, Menaggio e Gubbio. La parte del leone nelle spese la fanno sempre le attività legate alla formazione dei nostri ragazzi, tra parte religiosa (oratorio, circa 8.000 euro), universitaria e scolastica in generale (circa 8.000 euro); i progetti lago e montagna (circa 15.000 euro). Il rimanente è legato agli stipendi fissi (circa 20 persone tra le due parrocchie), alle attività sanitarie e le varie spese della vita ordinaria.
In quest’ultima fase del nostro lavoro e per l’immediato futuro, con padre Topio siamo d’accordo di dedicarci molto alla parte più specificamente pastorale e di animazione, cercando una vicinanza sempre più autentica con la nostra gente.
Grazie a tutti per starci vicino e accompagnarci. Grazie a coloro che in quest’anno sono venuti a passare un tempo più o meno breve qui con noi: sono sempre presenze preziosissime e graditissime, specie il gruppo di ragazzi di Gubbio e Biella.
Nell’Avvento abbiamo deciso (con i giovani e i vari collaboratori) di portare avanti una missione in otto comunità della parrocchia con un programma di due giorni in ogni luogo. Abbiamo incontrato più di mille persone passando con loro un po’ di tempo con calma. Ciò ha fatto sì che anche il Natale fosse particolarmente frequentato (considerate che qui non è una festa molto sentita). Per la prima volta non abbiamo regalato né viveri né giocattoli, ma un Vangelo e il rosario… non so se ci crederete, ma la gente è stata molto contenta. Per ora i migliori auguri per una vita santa e vicina al buon Dio”.