È nelle librerie un volumetto intitolato Lettera ai cercatori di Dio. Un’iniziativa della Commissione dei vescovi italiani per la dottrina della fede, presieduta dal teologo Bruno Forte, arcivescovo di Chieti. Intende rispondere a coloro che sono alla ricerca. Questi giorni (mercoledì scorso) un quotidiano nazionale strillava su due pagine dedicate alla cultura la domanda: ‘Dio, ma ci sei o no? Mistero della fede. Certezze, confessioni, dubbi. Così si ripropongono gli interrogativi di sempre’. Nell’articolo si dà un resoconto di libri che trattano di argomenti religiosi. In verità si deve dire che, forse anche per merito dei critici e dei negazionisti della fede, c’è un aumento di pubblicazioni su temi religiosi che indica un aumento di interesse. La Chiesa, spesso accusata di occuparsi solo di bioetica o di sociologia e politica, in realtà è una comunità di credenti ed ha come principale scopo di vivere la fede e parteciparla ad altri. Dio è l’orizzonte della vita della Chiesa, ed in questo orizzonte non può escludere l’uomo che è il bersaglio della luce divina. Un amico, dopo la prolusione del card. Bagnasco, ha detto che aveva l’impressione che il Cardinale avesse preso il posto di Epifani, il segretario della Cgil, perché ha difeso i disoccupati e le famiglie povere. È proprio per questa fede che non si possono chiudere gli occhi. Il credente, infatti – ha detto Simone Weil – è come chi camminando nella notte accende una torcia: non si mette a fissare la torcia, ma la strada e gli oggetti che essa illumina. Così è anche del sole: non si fissa il sole ma le cose che risplendono alla sua luce. La fede cambia la vita, perché vi immette una luce nuova, dall’alto. Il Vangelo dice che chi non non crede è nelle tenebre. Per questo si dice che i credenti sono missionari, e possono diventare anche fanatici, come alcuni rimproverano, mentre gli atei non lo sarebbero. A parte che vi è un ateismo militante e missionario (c’è sempre stato), i credenti che hanno scritto la Lettera non intendono imporre nulla, solo affiancarsi ai ‘cercatori’ per dare loro una mano e insegnare la ‘grammatica della fede’, quei percorsi che aiutano. Un universitario ha confessato in un recente incontro amichevole con altri giovani che si trovava in una tale confusione mentale in campo religioso ed etico da non riuscire più a combinare niente, finché ha trovato un gruppo di credenti che lo hanno aiutato a entrare nella logica della fede e si è sentito rinascere. Oggi è una persona nuova che riesce a fare… anche esami. Non sono miracoli. È la legge della rispondenza alla domanda fondamentale degli uomini segnati dalla Trascendenza. Ne è segno l’esistenza di tante religioni, che si possono descrivere come grandi pellegrinaggi alla ricerca dell’Assoluto. In questi giorni (dal 29 al 31 maggio) i buddisti festeggiano il Vesak, la ricorrenza della nascita, dell’illuminazione e della dipartita del Buddha Shakyamuni. È la festa più importante onorata dai buddisti di tutte le tradizioni di tutto il mondo. Nella società multiculturale in cui ci troviamo, anche se le fedi non sono tutte uguali, può considerarsi uguale o almeno simile la sincerità e la ‘buona fede’ di coloro che cercano Dio e lo onorano con cuore sincero senza secondi fini. Le religioni possono ammalarsi, deviare e corrompersi e i loro membri dare scandalo per inadempienza, ma ciò nonostante, superando l’ostacolo, nessuno dei veri cercatori di Dio rimarrà deluso.
Lettera dei Vescovi ai cercatori di Dio
l'editoriale
AUTORE:
Elio Bromuri