Il risultato delle primarie umbre per il segretario regionale del Pd è stato chiaro: ha vinto Giacomo Leonelli che, con il 64,11 per cento (8.072 voti) ha staccato nettamente Stefano Fancelli che ha toccato il 27,9 per cento (3.511 voti) e Juri Cesarini che ha conquistato l’8 per cento (1.104 voti). La vittoria ha un sapore strano, se i votanti sono stati appena 12.642 rispetto agli oltre 60 mila dello scorso 8 dicembre quando c’è stata la consultazione per il segretario nazionale.
Leonelli ha spiegato la ridotta affluenza con il fatto che “hanno giocato più fattori, primo tra tutti il fatto che l’elettorato è in questo momento molto più attento alle dinamiche nazionali, legate al Governo. È stato un voto, comunque, che rafforza questa segreteria, perché abbastanza omogeneo in tutto il territorio. Foligno, Terni e Perugia hanno dato un segnale importante”.
Va messo in evidenza che il Pd si sfinisce con la pratica delle primarie al punto che anche i propri elettori non ne possono più, e questo segnale andrebbe maggiormente considerato, anche da chi pensa di dimenticare tra qualche giorno questo dato sulla partecipazione.
Nel frattempo Leonelli ha già nominato una parte della segreteria regionale: sette sui 15 previsti. Nel dettaglio sono Emilio Giacchetti che sarà il coordinatore della segreteria regionale, Nicola Casagrande si occuperà dei circoli e tesseramento, Andrea Pensi, responsabile enti locali, Gionata Moscoloni sarà responsabile organizzazione, Alessia Dorillo è la responsabile della comunicazione, Tiziana Chiodi con delega alle pari opportunità, Riccardo Maraga, responsabile per le riforme.
Al momento manca il nome di Andrea Cernicchi, l’assessore del Comune di Perugia più volte evocato, ma al momento non ancora inserito nella squadra regionale del nuovo corso Pd.
Sugli altri fronti si registra la sostanziale dispersione di quello che era il patrimonio del centro, reale o virtuale, con il riposizionamento, a livello nazionale, dell’Udc verso Forza Italia. E di riflesso un senso di disagio per coloro – molti dei quali cattolici – che non si rifacevano al centrosinistra ma nemmeno al centrodestra.
Uno degli storici esponenti dell’Udc, Maurizio Ronconi, sottolinea intanto che “Forza Italia, con l’indecifrabile immobilismo che la sta caratterizzando in questo periodo cruciale della vicenda politica dell’Umbria, si assume la responsabilità di consegnare il ruolo di opposizione politica al M5s, un movimento qualunquista che rappresenta un rischio reale per le amministrazioni locali della nostra regione. Si sta purtroppo aprendo in Umbria un nuovo e non positivo capitolo politico, con il rischio di consegnare ai populisti il governo locale, e questo anche come conseguenza della deliberata scelta di Forza Italia di eclissarsi. Dati i presupposti, la sfida politica per le amministrative sarà da una parte tra forze e movimenti responsabili e dall’altra invece quelli che si prefiggono di smantellare una storia fatta anche di contrapposizioni, ma soprattutto di reciproche disponibilità per il bene dei cittadini”.