In una Cattedrale gremita oltre la sua capienza, dopo la lettura della ‘bolla di nomina’ ad opera del cancelliere don Ubaldo Braccini e la consegna del pastorale dalle mani del suo predecessore mons. Pietro Bottaccioli, il nuovo presule di Gubbio mons. Mario’eccobelli ha pronunciato la sua prima omelia. Si è presentato al ‘suo popolo’ confermando quelle che erano state le sensazioni trasmesse fino ad oggi: profonda spiritualità ed umiltà, grande disponibilità, costante richiamo all’avverbio insieme ed all”essere Chiesa’, fiducia in Dio ed in sant’Ubaldo, semplicità di modi, appello alla più ampia collaborazione. ‘Sentimenti indefinibili mi circondando ‘ ha esclamato il neo Vescovo ‘al pensiero di salire su una cattedra nella quale si sono seduti grandi vescovi come’Beniamino Ubaldi, Raffaele Baratta, Cesare Pagani, Ennio Antonelli e Pietro Bottaccioli. Mi sento a disagio dinanzi a loro e cercherò di imitarli almeno nell’impegno generoso’. Richiamando le letture del giorno ha precisato: ‘Non mi presento a voi con sublimità di parola o di sapienza, non ho niente di mio che possa interessarvi, se non la mia amicizia, la mia solidarietà, la condivisione delle vostre gioie e delle vostre sofferenze. Posso invece darvi ciò che solo un sacerdote ed un vescovo può darvi: la sapienza di Gesù Cristo e questi crocefisso. ‘Io venni in mezzo a voi in debolezza e con timore e trepidazione’ scrive sempre Paolo ai Corinzi. Sono questi anche i miei sentimenti, già più volte manifestati sia in pubblico che in privato’. ‘È sulla parola di Dio ‘ ha insistito mons. Ceccobelli ‘ che deve fondarsi la fede di ogni credente e non sulle parole seppur belle e suadenti, di chi l’annuncia’. Quindi un consiglio di carattere pratico: ‘Ognuno senta rivolto a sé l’invito del Signore ad essere sale e luce nell’ambiente dove vive (scuola, ufficio, oratorio, campo sportivo) per i fratelli che ogni giorno gli passano accanto’. Riferendosi alla straordinaria iniziativa dell’Albero di Natale più grande del mondo ha formulato un augurio: ‘anche nel cuore di ogni eugubino si accenda una luce: la luce della fede per illuminare il mondo intero’. In precedenza mons. Pietro Bottaccioli, prima della consegna del pastorale, ha svolto una serie di riflessioni, di richiami ed anche di preoccupazione riferite alla diocesi. ‘La consegna del ‘pastorale’ da parte mia a Te, che mi succedi nel governo di questa Chiesa, – ha sottolineato mons. Bottaccioli -‘dice che ormai sei Tu il Vescovo di Gubbio e, come Buon Pastore, tocca a Te guidarci a crescere nella comunione con Cristo e tra noi e alla generosa testimonianza di amore verso tutti perché tutti siano raggiunti dall’amore di Cristo’. Ha fatto riferimento alla ‘fede’ che ha bisogno ‘di essere rinvigorita e difesa dal moltiplicarsi di opinioni e di scelte contrarie al Vangelo’, a causa di ‘una cultura diffusa che induce incertezza e indifferenza anche in mezzo ai fedeli’. Bottaccioli ha poi aggiunto: ‘Sei Tu che ci indicherai la strada: il Buon Pastore infatti ‘cammina avanti al gregge’. Ma non ti lasceremo solo. Saremo ‘insieme’ con Te. Saranno con Te i nostri sacerdoti’ che ‘sono pochi’ e la situazione ‘rende urgente l’impegno della comunità per la pastorale vocazionale’, i ‘nostri diaconi nel servizio della Parola, della liturgia, della carità’, i ‘religiosi e le religiose e tutti i consacrati’, i giovani con il loro entusiasmo’, i ‘poveri e gli ammalati’. Quindi la conclusione: ‘Tu ci guiderai, nello spirito di sant’Ubaldo, lume della fede e sostegno di ogni cuore!’. Nelle parole del sindaco Goracciil primo benvenutoMons. Mario Ceccobelli è stato accolto in piazza Grande, dinanzi a quasi duemila persone, dal sindaco di Gubbio Orfeo Goracci, dai sindaci degli altri comuni della diocesi, da molte autorità. ‘La città di Gubbio le porge il suo più caloroso benvenuto ‘ ha detto Goracci, con un discorso molto sentito – proprio nella piazza che meglio ne simboleggia le radici, l’identità, la storia e la grandezza’. ‘Come le scrissi il 23 dicembre ‘ ha proseguito – e parole pressoché identiche inviai a Papa Giovanni Paolo II (a questo punto ha formulato anche un augurio per il pronto ristabilimento del Pontefice, sottolineato da un applauso spontaneo’n.d.r) il 26 marzo 2003’, quando sembrava possibile la soppressione della diocesi, ‘la nostra è una città’he si identifica coralmente e sentitamente, con una devozione trasversale convinta, nel suo Santo protettore, Ubaldo”di cui ‘Lei è ora il 59esimo successore’. Richiamata l’attualità dell’insegnamento ubaldiano, ‘Santo della pace e della riconciliazione’ ha aggiunto: ‘Dal suo viso, dal suo sorriso traspaiono apertura, serenità, gentilezza e disponibilità cui ora la nostra diocesi è ben lieta di poter attingere a piene mani’. Dopo aver rivolto un sincero ringraziamento a mons. Pietro Bottaccioli, ‘in questi 16 anni un pilastro nella realtà eugubina e in tutta la diocesi’ che non sarà facile sostituire nel cuore degli eugubini, ha concluso:’ Nell’esprimerle tutto il compiacimento e la gioia che una comunità prova nell’accoglierla, le garantisco sin d’ora la più ampia disponibilità a lavorare, collaborare, e fare molta strada insieme partendo da un’esigenza che sento già di condividere intimamente con lei, contribuire a formare e consolidare in questa comunità una sensibilità sempre più attenta nei confronti dei poveri, degli ultimi’. Mons. Ceccobelli ha ringraziato ed ha aggiunto: ‘In questa città vorrei essere amico di tutti. Affido il mio servizio episcopale al Protettore chiedendo la sua mediazione perché lo spirito ubaldiano penetri nel tessuto della diocesi e nel cuore di ogni cittadino’.’g.b.)
L’emozione nel passaggio del pastorale
L'arrivo in diocesi del nuovo Vescovo nel rituale d'insediamento che culmina con l'ingresso in Cattedrale
AUTORE:
Giampiero Bedini