Si è svolta di recente a Roma la prima tappa di un importante ‘pellegrinaggio’ sulla via dell’ecumenismo europeo. Dal 24 al 27 gennaio, 160 delegati di Chiese, Conferenze episcopali, comunità e movimenti, provenienti da 44 paesi d’Europa, si sono incontrati nell’Urbe. L’iniziativa, promossa dal Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa (Ccee) e dalla Conferenza delle Chiese europee (Kek), serviva per avviare il processo di preparazione alla III Assemblea ecumenica europea, prevista per il 2007 in Romania. Abbiamo chiesto alcune riflessioni a mons. Aldo Giordano, segretario generale del Ccee, che svolge la sua attività presso la sede del segretariato a San Gallo in Svizzera. Chiese cristiane e nuova Europa. In base alla sua esperienza, quali sono i fondamentali motivi per cui occorre impegnarsi nell’ecumenismo? ‘Nello sviluppo formativo europeo in corso, bisogna necessariamente partire dalla considerazione che il continente europeo in cui viviamo è un contesto multiculturale, la cui diversità può essere una ricchezza ma anche una fragilità. Le nazioni più povere non sono ancora pienamente integrate, mentre in campo sociale le giovani generazioni rischiano una perdita di punti di riferimento. Accanto a questi e ad altri gravi problemi, non va dimenticata la minaccia del terrorismo. In tale contesto, problematico ma anche ricco di grandi potenzialità, le Chiese cristiane sono chiamate ad un rinnovato impegno sulla strada dell’ecumenismo, in quanto la forza del loro contributo sarà proporzionata alla loro unità. Inoltre l’annuncio del Vangelo acquista una sua maggiore credibilità in un ambito di riconciliazione fraterna, che cerchi di superare ogni tipo di conflitto. Infine questo è il desiderio stesso del cuore di Cristo, che ha pregato perché la Chiesa fosse unita’. Il recente incontro di Roma ha offerto nuovi elementi di speranza, in un processo lungo ed impegnativo come quello ecumenico? Dopo l’importante approvazione della Charta Oecumenica, firmata a Strasburgo nel 2001, la tappa a Roma, luogo del martirio dei due grandi apostoli Pietro e Paolo, serve per riscoprire le radici cristiane e per ritrovare un nuovo slancio nel comune impegno ecumenico. Siamo stati incoraggiati in questo anche dai due incontri con il Papa, Benedetto XVI, nelle celebrazione solenne dei vespri il 25 gennaio presso la basilica di San Paolo e in un’udienza riservata ai partecipanti all’incontro. Il Santo Padre ci ha ricordato che esiste ancora tanta strada da fare, ma che ‘non bisogna perdere la fiducia, perché Cristo ci precede e ci accompagna; da lui imploriamo il prezioso dono dell’unità e della pace’. Alla fine di questa bella esperienza sono convinto che si potrà inaugurare l’ora dell’ecumenismo spirituale, basato sulla fede comune e sulla preghiera, un passo in avanti notevole verso l’allontanamento dalle divisioni ideologiche e politiche’. Quali sono i motivi che hanno portato alla scelta di Sibiu in Romania come sede della III Assemblea ecumenica europea che si svolgerà nel 2007? ‘La Romania può svolgere un ruolo decisivo, come ponte tra Oriente ed Occidente, dove esiste già una naturale disponibilità al dialogo, grazie ai rapporti diretti tra Chiese cristiane diverse. La località individuata ha una posizione centrale; nella cittadina, fondata dai tedeschi, vivono attualmente 150.000 persone e nel 2007 sarà la capitale europea della cultura, mentre la stessa Romania è candidata ad entrare nella Comunità europea. Di solito si chiede al Paese ospitante un contributo in occasione di incontri internazionali; in questo caso invece, tenendo conto delle condizioni economiche e sociali difficili in cui vive la popolazione locale, si è pensato che il comitato organizzativo poteva offrire un aiuto concreto, con l’edificazione di un centro. Pertanto è stata promossa in tutta Europa una raccolta di fondi con questa finalità benefica. Chi volesse contribuirvi, può versare anche una piccola cifra su un conto corrente, che verrà poi convogliato in Svizzera, a San Gallo, sede del segretariato del Ccee. Siamo convinti che anche piccoli gesti concreti di solidarietà potranno affrettare il traguardo di un’unità piena tra tutti i cristiani europei’.
L’ecumenismo delle chiese cristiane europee
Perché una Assemblea delle Chiese cristiane in Romania nel 2007: parla uno dei promotori, mons. Aldo Giordano
AUTORE:
Federica Sabatini