Negli ultimi anni si è venuto a verificare un nuovo fenomeno che non si limita al solo ambito giovanile: quello delle nuove sostanze psicoattive (Nsp) di origine sintetica. Per questo il Dipartimento politiche antidroga (Dpa) ha organizzato un ciclo di dieci incontri in tutta la Penisola, il settimo dei quali si è tenuto a Perugia, alla facoltà di Medicina e chirurgia, il 10 gennaio. L’evento è stato introdotto dal prefetto di Perugia Antonio Reppucci, il quale ha espresso i suoi dubbi sulla definizione ormai nota del capoluogo della nostra regione come “capitale della droga”, senza negare però la preoccupante crisi di valori sempre più diffusa.
Durante l’incontro sono intervenute numerose personalità, tra cui Giovanni Serpelloni, capo del Dpa della Presidenza del Consiglio dei ministri, che in riferimento alle Nsp ha dichiarato che non si può scaricare la responsabilità della loro diffusione su un unico ente, poiché esiste una corresponsabilità che parte dall’individuo; e ha reso noti i progetti internazionali per la prevenzione.
Le nuove sostane psicoattive vengono commercializzate come profumatori d’incensi, fertilizzanti o agenti per la ricerca, in smart shop, sexy shop e attraverso internet. Sono stati portati ad esempio dei siti – ora chiusi – ai quali tutti potevano avere libero accesso.
I lavori svolti fino a oggi sono molto importanti, ma purtroppo non sufficienti per porre fine a questo fenomeno, del quale non si conoscono tutte le conseguenze. Quella delle Nsp viene definita da Mauro Bacci (ordinario di Medicina legale e direttore della sezione di Medicina legale dell’Università di Perugia, attualmente presidente del gruppo italiano dei patologi forensi) una nuova emergenza, riconoscendo in questo ambito l’importanza del ruolo dei laboratori di tossicologia forense, i quali consentono di risolvere casi prima non risolvibili.
In Italia il Sistema nazionale di allerta precoce è stato attivato nel 2009. Claudia Rimondo, attualmente coordinatrice degli aspetti operativi dello stesso, ha illustrato a cosa è finalizzato: individuazione precoce dei fenomeni potenzialmente pericolosi per la salute pubblica e attivazione di segnalazioni di allerta. Aggiungendo che una densa rete di collaborazioni può rendere possibile e più efficace il piano di prevenzione contro le Nsp.
La rete è divisa su due livelli: uno comprendente i centri collaborativi di segnalazione e risposta, l’altro gli enti di consultazione rapida. Nel secondo livello troviamo il Ris, che ha dato voce alle sue azioni attraverso Adolfo Gregori. Per quanto concerne la parte medico-chimica, sono intervenuti Carlo Locatelli e Catia Seri, i quali hanno evidenziato la difficoltà nell’individuare la presenza di queste nuove sostanze nel sangue, poiché, in alcuni casi, possono dare sintomi simili a quelle già in uso e riconosciute, risultando quindi di difficile identificazione, senza consentire test né diagnosi rapide.
Consapevole della gravità del fenomeno, l’Italia, attraverso queste e altre persone attive nel settore, dovrà attivare un piano di azione a lungo termine per contrastare sia la domanda che l’offerta di quanto circola illegalmente sia per le strade che sul Web.