L’ arrivo e l’insediamento degli immigrati nelle sedi predisposte nei vari siti dislocati in Umbria non è avvenuto alla chetichella, ma con espliciti gesti di benvenuto da parte degli incaricati e dei volontari, ed anche da parte dei Vescovi delle diocesi nel cui territorio sono stati ospitati. Sono state le Caritas diocesane in modo particolare che hanno compiuto e continuano a compiere lo sforzo maggiore, in stretto coordinamento con gli incaricati comunali e le associazioni laicali. L’arcivescovo di Perugia Bassetti e il vescovo di Terni, presidente della Ceu, Paglia si sono recati personalmnete a salutare il gruppo dei migranti appena giunti. Ad essi hanno indirizzato parole di saluto e anche di ammonimento per spiegare loro il senso dell’incontro e il valore della solidarietà internazionale. Non è mancato chi, come don Lucio Gatti, ha ricordato loro di tenersi lontano da quei loro connazionali che sono finiti in carcere per lo spaccio di droga. Dal punto di vista della Chiesa, nei suoi rappresentanti ufficiali, si nota una perfetta coesione di impegno e disponibilità. Vi sono state anche precise prese di posizioni critiche nei confronti dei Paesi europei che non hanno dimostrato sensibilità e attenzione al problema, e verso un eccessivo allarmismo mediatico dato al fenomeno. Mons. Cancian, vescovo di Città di Castello, ha dovuto spiegare e tranquillizare un gruppo di persone per un insediamento ritenuto non opportuno. L’Arcivescovo di Perugia ha fraternizzato cordialmente con il gruppo di Colle Umberto; ad essi ha raccontato due episodi di quando, giovane prete, fece un viaggio in cui ebbe due momenti di seria difficoltà e fu aiutato dagli abitanti di un villaggio tunisino a venirne fuori. Essendo delegato della Ceu per i migranti, mons. Bassetti ha rivolto un messaggio saluto (testo integrale sul sito www.chiesainumbria.it), in cui tra l’altro afferma: “Ospitiamo come comunità civile e religiosa umbra alcune centinaia di profughi in fuga dal Nord Africa, un Continente in guerra. Non è la prima volta che il nostro Paese e la nostra regione accolgono cittadini immigrati richiedenti asilo; è da tempo che ciò accade con flussi migratori alterni. Questa volta l’arrivo di uomini, soprattutto giovani, donne e bambini con mezzi di fortuna dalla riva sud del Mediterraneo, richiama una maggiore attenzione dei media per gli eventi bellici in corso nel Nord Africa e nel Medio Oriente”. “Come uomini e come figli di Dio – ha aggiunto – non possiamo non aprire le nostre porte a queste persone disperate. Tra l’altro, è un gesto che ci viene chiesto in un momento particolare dell’anno liturgico. Ci stiamo preparando alla Pasqua del Signore, momento forte di grazia, di salvezza, e lo viviamo quest’anno con un’opportunità in più, quella di poter mettere in pratica il passo del Vangelo di Matteo: ‘Ero forestiero e mi avete ospitato’”. Mons Bassetti ha rimarcato, inoltre, che “ciò che sorprende è l’enfatizzazione mediatica dell’arrivo di queste persone, quando ospitarle dovrebbe essere un gesto spontaneo”.