È in corso in Umbria il primo convegno regionale sulle comunicazioni sociali, sul tema ‘Cercare la verità per condividerla’. All’evento – che si tiene a Perugia dal 13 al 15 novembre – promosso dall’Ufficio Cei per le comunicazioni sociali e dalla Conferenza episcopale umbra partecipano, nel complesso delle tre giornate, oltre 200 persone. (Per il programma completo, vedi l’ultima pagina di questo giornale).Si è iniziato giovedì 13 alle ore 16 in sala dei Notari. I lavori sono stati aperti dalla relazione di Angela Buttiglione, direttore nazionale Tg regionali Rai; al termine, la proiezione del video L’Umbria: specchio dei media, e la tavola rotonda con i direttori delle maggiori testate giornalistiche regionali. Venerdì 14, presso la facoltà di Scienze politiche dell’Università, presentazione della ricerca ‘La rappresentazione del fatto religioso sui quotidiani locali’. Dopo un dibattito con i giornalisti presenti, Roberto Segatori parlerà della ‘Furbizia dei media: gli eventi religiosi come prodotti televisivi’. Nel pomeriggio del 14 e nella mattina del 15 è previsto l’incontro con i delegati nel settore delle comunicazioni delle diocesi umbre. Il convegno è residenziale: presenti giovani delegati dalle otto diocesi dell’Umbria e gran parte del mondo giornalistico della Regione. Tra i relatori del convegno, don Domenico Pompili, direttore dell’Ufficio Cei per le comunicazioni sociali. Valorizzare la risorsa umana. ‘L’attuale scenario del fenomeno della comunicazione – ha dichiarato mons. Elio Bromuri, direttore dell’Ufficio regionale delle comunicazioni sociali – suggerisce e provoca gli educatori, i politici, i giornalisti e operatori dell’informazione e dello spettacolo e la stessa comunità ecclesiale a riflettere sull’importanza di questo settore della vita sociale e a ripensare i propri atteggiamenti e comportamenti in proposito’. Con il convegno, continua mons. Bromuri, ‘si punterà sulla valorizzazione della risorsa umana e professionale, attraverso la presentazione di ipotesi di percorsi formativi e di figure operative che svolgano il ruolo di animatore della comunicazione e della cultura nelle comunità’. Saper comunicare. ‘Il convegno come strumento per combattere la superficialità’. Con queste parole mons. Riccardo Fontana, arcivescovo di Spoleto-Norcia e delegato nella Conferenza episcopale umbra per le comunicazioni sociali, ha aperto l’11 scorso, festa di S.Martino, la conferenza stampa di presentazione del convegno regionale sull’informazione. ‘La gente – ha detto il presule – comunica poco ed è costretta a subire il tiro al bersaglio delle notizie’. Poi, un pensiero sul rapporto Chiesa-comunicazione. ‘Comunicare – ha affermato – ha la stessa radice di comunione. Se siamo veramente uomini di comunione, bisogna saper comunicare. Dobbiamo tornare a proporre la via del dialogo. Ritengo che le comunicazioni sociali siano un settore fondamentale per l’annuncio e la testimonianza. Oggi una Chiesa senza comunicazione rischia di essere inefficace’. Mons. Fontana ha pure sottolineato i vari linguaggi della comunicazione che sono oggetto di studio al convegno: la comunicazione scritta, la radio e la televisione, i nuovi media, il teatro e la musica, la figura dell’animatore della comunicazione e della cultura nella comunità cristiana. Alla conferenza stampa ha partecipato anche l’arcivescovo di Perugia – Città della Pieve, mons. Giuseppe Chiaretti, presidente dei vescovi umbri, il quale ha auspicato che con il convegno ‘si possa trovare in Umbria sintonia nei vari linguaggi delle comunicazioni’. Una necessaria condizione di partenza per affrontare l’impegno di costruire un progetto per un’adeguata comunicazione ecclesiale rivolta al mondo dei media è di conoscere come questa avviene normalmente e come viene realizzata concretamente. Per dare soddisfazione a tale esigenza si è chiesto al prof. Paolo Mancini, ordinario di sociologia della comunicazione presso la Facoltà di scienze politiche dell’Università degli studi di Perugia, di svolgere un’inchiesta sui media a diffusione regionale. Con la sua équipe Mancini ha analizzato, dal gennaio 2008, una settimana per ogni mese, quattro testate giornalistiche: Il Corriere dell’Umbria, La Nazione, Il Messaggero e Il Giornale dell’Umbria. Il senso della ricerca commissionata dalla Conferenza episcopale umbra ad una struttura universitaria è stato espresso dallo stesso professore che ha tenuto a sottolineare la novità di una collaborazione che fino ad oggi non si era mai prima realizzata. ‘Non mi risulta – ha affermato Mancini – che in passato ci siano state delle iniziative simili tra l’Ateneo e la Chiesa. Finalmente sono stati superati gli steccati e le barriere finora esistenti’. Dalla ricerca è emerso che l’informazione religiosa sui quotidiani umbri è molto ‘fattuale’: racconta un evento che ci sarà o fornisce il resoconto di uno già accaduto. Si tratta di cronache o informazioni di servizio, di cui i giornali son piuttosto forniti, insieme ad immagini che corredano la notizia. Significa che gli enti ecclesiastici ci tengono a far conoscere le loro iniziative. Mancano invece le prese di posizioni della Chiesa sui fatti non religiosi, mentre le questioni ecclesiali, quali l’evangelizzazione, il rapporto Chiesa-società, trovano più spazio nelle pagine nazionali. In qualche modo trova riscontro l’osservazione fatta da mons. Elio Bromuri, alla conferenza stampa di presentazione del convegno, secondo cui la vita ricca e profonda delle comunità cristiane, quello che più conta per la fede, la santità e l’esercizio della carità, ciò che è più squisitamente religioso stenta a venire a galla rimanendo soffocato dalla descrizione di aspetti spesso insignificanti ed esteriori. Talvolta si trova anche la notizia faziosamente distorta.
Le Chiese umbre, specchio dei media
Le otto diocesi della nostra regione, insieme alla Cei, si confrontano sul tema 'Cercare la verità per condividerla'
AUTORE:
Francesco Carlini