Di cosa l’Umbria avrebbe urgente bisogno nel 2007? Quali le mosse da fare, per rendere questa regione più prospera e più vicina all’Europa? E cosa si attendono gli umbri, quali fardelli vorrebbero aver lasciato per sempre nell’anno appena trascorso? La Voce lo ha chiesto ad alcune organizzazioni di stampo cattolico e non. Ecco cosa ne è emerso.
Il presidente regionale delle Acli, Giancarlo Magrini, spera nel nuovo piano sociale che la Regione Umbria sta preparando, alla cui stesura le Acli collaborano: “Gli immigrati – dichiara Magrini – devono vedere rispettati i loro diritti nel mondo del lavoro. Anche in Umbria, purtroppo, il lavoro malpagato e rischioso è tuttora fenomeno diffuso a danno degli stranieri”.
Ma Magrini pensa anche all’agricoltura e all’ambiente. “Sia come Acli Terra, sia come associazione Anni Verdi – spiega – la difesa della natura è per noi prioritaria. È infatti decisivo per l’Umbria mantenere una sorta di ‘supremazia dell’ambiente’, importante sia per la nostra qualità della vita, sia sotto il profilo turistico-economico. Punteremo – conclude Magrini – sulla collaborazione fra il mondo degli agricoltori, quello degli ambientalisti e quello dei consumatori. Questi ultimi, infatti, con le loro scelte, possono contribuire notevolmente alla salvaguardia del nostro patrimonio naturale”.
Il segretario di Legambiente Umbria, Alessandra Paciotto, ha un’idea ben precisa: “È sempre più urgente – afferma – che la Regione dell’Umbria vari il nuovo piano dei rifiuti, puntando decisamente sulla raccolta differenziata, che invece stenta molto ad affermarsi in alcune aree del territorio pur densamente popolate, come a Foligno e Spoleto. E che, in Valnerina, non esiste proprio”.
Legambiente insisterà particolarmente anche sulla questione del risparmio energetico. “Il fatto che alcune fonti tradizionali di energia siano esauribili, come ad esempio il petrolio – continua Paciotto – ci spinge a fare le guerre per il loro controllo, a danneggiare il clima e a produrre l”effetto serra’. Dobbiamo cambiare i nostri comportamenti, ad iniziare da quelli di casa nostra: usiamo lampadine a basso consumo, no agli elettrodomestici in stand-by, insegniamo la raccolta differenziata ai nostri figli!”.
Il vicepresidente regionale dell’Avis, Andrea Casale, è preoccupato perché scarseggiano le donazioni cosiddette periodiche, ossia quelle che sostengono realmente la raccolta del sangue: “In Umbria – afferma – le donazioni periodiche e volontarie non sono sufficienti a coprire le necessità degli ospedali. Permane una carenza di circa 6 mila donazioni periodiche, nonostante la crescita avuta nel corso del 2006, vicina all’obiettivo che Avis si era posto. Occorre con urgenza che, insieme alla Regione Umbria, si definisca il nuovo piano regionale del sangue. E che la Regione manifesti chiaramente la propria volontà politica perché, se si intendono attivare anche nella nostra regione servizi e prestazioni medico-chirurgiche di eccellenza, è urgente investire nella promozione della donazione volontaria e periodica di sangue e suoi componenti”.
Per il direttore della Coldiretti Umbria, Francesco Lisi, il 2007 è un anno particolarmente importante. “Fino al 2013 – afferma – usufruiremo dei nuovi fondi europei per lo sviluppo rurale. In questa fase, la Regione Umbria sta mettendo a punto il nostro piano di sviluppo rurale che, una volta approvato dall’Europa, sarà immediatamente finanziato. Solo di fondi comunitari, l’Umbria avrà 340 milioni di euro. Poi il Governo e la Regione dell’Umbria raddoppieranno tale somma, alla quale si aggiungerà l’intervento dei privati”. Ma, dopo il 2013, la politica agricola comunitaria cambierà radicalmente. Si entrerà nell’era dell’agricoltura “multifunzionale”, meno sovvenzionata e con aziende agricole in lotta sul mercato globalizzato.
“Le imprese agricole umbre – prosegue Lisi – dovranno offrire nuovi servizi alla società (quali, ad esempio, la conservazione dell’ambiente e del paesaggio o la protezione delle acque), scommettere solo su produzioni di qualità, esportare ‘i prodotti-territorio’ sui mercati internazionali, produrre energia da fonti rinnovabili, rivolgere i loro prodotti tipici solo ad una fascia alta del mercato globale, come già avviene nel settore del vino e dell’olio, trascurando i prodotti agricoli di largo consumo”.
Il segretario della Cisl dell’Umbria, Pierluigi Bruschi, sa bene che il 2007 sarà un anno “sensibile” per la sicurezza sui luoghi di lavoro. Anche la recente tragedia alla Umbria Oli di Campello sul Clitunno impone di cambiare strada. “Intanto – dichiara – insieme a Cgil e Uil, abbiamo proclamato, in febbraio, uno sciopero generale di 4 ore. In Umbria, la sicurezza sui luoghi di lavoro manca, perché si compete troppo sui costi piuttosto che sulla qualità del lavoro”.
Per il resto, Bruschi chiede la difesa del potere di acquisto delle famiglie e delle persone con reddito basso, come i pensionati. Soprattutto – afferma – occorrerebbe controllare meglio le tariffe per i servizi quali acqua, luce e gas. Servirebbe subito una tariffa sociale e un nuovo patto di stabilità fiscale, specie per quanto riguarda le “addizionali”, le tasse imposte dagli enti locali. E c’è bisogno di un fondo per la “non autosufficienza” e di nuovi asili nido a prezzi sostenibili per liberare la risorsa donna sul mercato del lavoro.
La Caritas diocesana perugina si prepara ad affrontare il 2007. Quali le sfide, quali le eredità dell’anno andato in soffitta? La Voce lo ha chiesto alla responsabile del Centro di ascolto diocesano di Perugia, Stella Cerasa. “Fra i nostri impegni – ha esordito – c’è in primo luogo l’accoglienza e il sostegno ai minori, anche extracomunitari. Le famiglie straniere, in particolar modo le donne, male riescono a conciliare il lavoro, che di solito è quello di badante o di domestica, con la cura dei figli. Che crescono un po’ come capita. Inoltre, un figlio che va all’asilo e a scuola costa tanto.
Poi – ha continuato Cerasa – stiamo già svolgendo un forte lavoro di segretariato sociale per gestire l’attuale fase di ingresso dei cittadini romeni nella Comunità europea; invece, ancora non abbiamo visto giungere in Umbria quelli bulgari, anch’essi nuovi nella Ue, che al momento sembrano dirigersi verso altre regioni del Centro Italia, specialmente a Roma. Crescerà per tutto il 2007 il nostro sostegno alle famiglie povere, che aumentano anche nella nostra regione (arrivate a 23 mila, ndr) e che si rivolgono sempre più frequentemente ai centri Caritas e alle parrocchie per chiedere aiuto per mangiare e per vestire, ossia per far fronte ai loro bisogni primari.
Anche i recenti dati pubblicati dall’Osservatorio regionale sulle povertà indicano, purtroppo, che sarà questa una delle priorità da gestire, e con molta attenzione ai trend dei mesi a venire. Un altro problema è rappresentato dalle tante persone ricoverate negli ospedali, tra cui molte anziane e che provengono da fuori regione, che hanno assoluto bisogno di assistenza; sole nei letti degli ospedali, non hanno familiari o amici che possano o vogliano accudirli. Infine – ha concluso Cerasa – come Centro diocesano di ascolto, per il 2007 vorremmo puntare particolarmente sulla formazione del personale delle Caritas parrocchiali, visto che diventa sempre più strategico gestire le emergenze e i problemi legati al disagio sociale direttamente in loco”.