Lazzati fu un padre della democrazia

Una riflessioni sul grande intellettuale cattolico a 25 anni dalla morte

“Giuseppe Lazzati sostenne sempre che la politica non era mai stata la sua vera vocazione: si definì un ‘politico suo malgrado’. Ma ebbe un ruolo non trascurabile nella fondazione della democrazia italiana, a testimonianza del fatto che spesso nella vita delle personalità vere, i frutti sono molto più ampi di quelli che essi stessi possono vedere”. Guido Formigoni, docente di Storia contemporanea all’università Iulm di Milano, tra i maggiori studiosi della figura di Lazzati, ne ricorda alcuni tratti biografici. In occasione del 25° anniversario della scomparsa dell’ex rettore della Cattolica (18 maggio 1986), per il quale è in corso il processo di beatificazione, afferma: “Certo, Lazzati non ebbe un importante ruolo pubblico di parlamentare e di governo. Pur membro dell’Assemblea costituente e del primo Parlamento repubblicano, non vi brillò per attivismo in prima persona. Ma svolse un fondamentale ruolo di incanalamento e mediazione verso la democrazia per consistenti gruppi di giovani ispirati alla formazione cattolica esigente e ‘totalitaria’, tipica dell’Azione cattolica di massa fondata da Pio XI”. La sua riflessione sui rapporti tra “azione cattolica” e “azione politica”, in questo senso “pose le basi – aggiunge Formigoni – di un percorso duraturo e fondativo per tutta una generazione”. A questo proposito, “si può parlare di lui come un vero padre della democrazia e della Repubblica”. Nella linea della preparazione dei giovani e del laicato cattolico alla vita democratica, Lazzati “continuò anche dopo il ritiro personale dalla vita parlamentare, avvenuto nel 1953, a pensare all’importanza di un servizio culturale per la politica”. Un servizio, spiega lo storico Formigoni, autore di vari volumi sullo stesso Lazzati, “che aiutasse sempre a riconnettere in modo libero e interiormente profondo l’esperienza civile all’esperienza vitale del laico cristiano, ma aiutasse contemporaneamente a pensare politicamente, cioè a considerare con competenza e approfondimento la dimensione tecnica e specifica del servizio politico. Cosa che a suo parere i cristiani di questo Paese avevano sempre sottovalutato, anche per pesanti ragioni storiche”. Si spiegano così “molti dei suoi impegni di organizzatore di cultura, ai tempi del rettorato della Cattolica” – i corsi di aggiornamento, la nuova serie della rivista Vita e pensiero… – “fino alla fondazione, verso il termine della sua vita, di un’associazione come Città dell’uomo, a questo specificamente dedicata”. Proprio Città dell’uomo, con la Fondazione Lazzati e l’Istituto secolare Cristo Re da questi fondato, ne ricorderanno l’impegno di attuazione del Concilio con una messa e un incontro che si terrà il 21 maggio, nella sede dell’Ac ambrosiana (via Sant’Antonio – Milano, ore 9.30-13); relatrice Paola Bignardi.