L’Azienda ospedaliera di Perugia all’udienza del Papa

Su iniziativa della Pastorale sanitaria hanno partecipato oltre trecento persone

‘Come incenso salga a Te la mia preghiera …’. Mi risuona ancora questo versetto del salmo 140, proclamato da Giovanni Paolo II nella catechesi di mercoledì 5 novembre. Piazza San Pietro, piena di fedeli provenienti da varie diocesi italiane e straniere e piena di sole, come a voler regalare a tanti fedeli una giornata indimenticabile. E in piazza S. Pietro c’eravamo anche noi, circa 300 persone dell’Azienda Ospedaliera di Perugia. Dieci volte di più dei componenti del Consiglio pastorale ospedaliero, il cui intento iniziale era quello di una giornata personale di riflessione. Ma come succede spesso, le notizie volano, tanti altri dipendenti dell’Ospedale chiedono di partecipare e dal numero ristretto del Consiglio pastorale e dei loro familiari si arriva a riempire oltre cinque autobus. ‘Come incenso salga a Te la mia preghiera …’ Con noi c’era la preghiera dei malati e dei loro familiari, che nell’ospedale percorrono con trepidazione un iter diagnostico e/o terapeutico ed il ricordo di coloro che non ci sono più. C’era la preghiera di ognuno, perché l’ospedale e la sua cappellania possa essere il luogo dove, attraverso persone, operatività e gesti, compresi quelli sacramentali, Dio riveli la sua tenerezza e accompagni l’uomo nella prova. Preghiera corale, della Chiesa di Perugia, perché in piazza S. Pietro siamo stati raggiunti dall’arcivescovo mons. Giuseppe Chiaretti, già a Roma per impegni pastorali, che è stato presente per tutto il tempo della catechesi e dell’udienza. Ed infine, il Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera al termine della catechesi ha consegnato nelle mani del Papa il libro ‘Lo spedale grande di Perugia’, la storia dell’Ospedale e della Facoltà di Medicina, mirabilmente scritto dal compianto prof. Mario Pitzurra, già docente e preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia di Perugia. Dopo il pranzo ed un breve periodo di spazio libero, che ha permesso la visita alla basilica di S. Pietro e dintorni, la giornata di spiritualità è continuata con la visita al santuario mariano del Divin Amore, dove è stata celebrata l’Eucaristia. Quale ricordo portare a casa? Tre in particolare:la testimonianza di Giovanni Paolo II, anziano e malato, lui stesso incenso e preghiera, che dà risposta al significato della sofferenza e del valore della vita; il gesto del Direttore Generale, presente accanto a tanti operatori dell’Azienda Ospedaliera: la sanità ‘buona’ si costruisce insieme; l’Eucaristia nel maggiore santuario mariano: alla Madonna, invocata come ‘Salus infirmorum’, è dedicata la cappella del Policlinico di Perugia.

AUTORE: Gabriella Angeletti