L’ateneo ha una facoltà… spirituale

Non è stata una celebrazione formale, quella di lunedì lunedì 16 giugno per il 50’anniversario della restituzione al culto della chiesa dell’Annunziata, comunemente nota come chiesa dell’Università degli studi di Perugia. Alla cerimonia, iniziata con il canto dell’inno dell’Università e del patrono sant’Ercolano, erano presenti il magnifico rettore Francesco Bistoni, il pro rettore Antonio Pieretti, presidente del Comitato per le celebrazione del settimo centenario dell’ateneo, l’Arcivescovo di Perugia e Città della Pieve, mons. Giuseppe Chiaretti, il cappellano della chiesa universitaria mons. Elio Bromuri, il ministro generale degli Olivetani Michelangelo Tiribilli, abate di Monte Oliveto Maggiore, il presidente del Tribunale amministrativo regionale dell’Umbria Piergiorgio Lignani, e moltissimi docenti e studenti. Dopo il saluto del Rettore, che ha rilevato la felice concomitanza di questa cerimonia con le manifestazioni del settimo centenario dell’ateneo, il professore Franco Mezzanotte ha fornito un’appassionata ricostruzione storica della chiesa dell’Annunziata, costruita nel XVIII secolo su progetto del famoso architetto Luigi Vanvitelli. Ne ha ripercorso le vicende fino al 1958, quando l’allora rettore, on. Giuseppe Rufo Ermini, restituì al culto la chiesa. La solenne cerimonia avvenne nel gennaio di cinquant’anni fa con la prima messa celebrata dall’arcivescovo mons. Pietro Parente, alla presenza del presidente della Repubblica Giovanni Gronchi. Franco Mezzanotte ha ricordato anche ‘il giovane prete al quale mons. Parente affidò la cura della chiesa: don Elio Bromuri, che da allora ne è il cappellano’. Un lungo applauso ha accompagnato il ricordo, segno del legame che negli anni ha unito tanti studenti, oggi docenti universitari o professionisti, alla chiesa dell’Università e al suo cappellano. Nel suo intervento l’Arcivescovo ha sottolineato come la chiesa in questi cinquant’anni sia stata punto di riferimento della comunità universitaria, vivendo anche come una parrocchia, sebbene non lo sia formalmente. L’Arcivescovo ha ricordato l’impegno di mons. Bromuri, animatore del dialogo culturale e religioso, con iniziative che hanno avuto nella chiesa dell’Università il loro riferimento: dalla Fuci, di cui è stato per molti anni assistente, alle catechesi settimanali per universitari, dalle conferenze su temi teologici o di attualità, alla fondazione e animazione del Centro ecumenico e del Centro di accoglienza. ‘Protonotaro apostolico’ è l’onorificienza conferita a mons. Bromuri da Benedetto XVI. L’arcivescovo mons. Chiaretti ha dato lettura, in latino, della pergamena con la motivazione del riconoscimento. Mons. Bromuri è cappellano universitario e responsabile della chiesa dell’ateneo ininterrottamente da cinquant’anni. La diocesi perugina e le autorità accademiche, in questa occasione, gli hanno manifestato gratitudine.Mons. Elio Bromuri ha ringraziato l’Arcivescovo, il Rettore e i presenti ed ha richiamato alla memoria coloro che sono stati fin dall’inizio suoi collaboratori e tutti coloro che anche oggi collaborano all’animazione pastorale e culturale della cappella: dai preti diocesani ai religiosi (Domenicani, suore Domenicane, Francescani, Agostiniani) ai laici. Ha affermato che ‘tutto è partito da qui’, dove si svolge la liturgia che è ‘fonte e culmine’ della vita cristiana, intendendo che da lì sono sorte le iniziative: dall’assistenza religiosa agli studenti di fuori fino all’ospitalità alla comunità greco-ortodossa. Ha portato la sua testimonianza anche l’abate MichelangeloTiribilli, che ha sottolineato l’affetto degli Olivetani per la chiesa dell’Annunziata e per palazzo Murena che, fino ai primi dell’Ottocento, è stato il monastero della congregazione olivetana. L’abate ha chiesto che i resti dell’abate Mauro Puccioli, conservati sotto il pavimento dell’ex sagrestia, ora sala Dessau, possano avere degna sepoltura all’interno della chiesa. Richiesta che il rettore Bistoni si è impegnato ad onorare nel più breve tempo possibile. Era previsto anche l’intervento del professor Massimo Ermini, figlio del compianto rettore, che non ha potuto partecipare per motivi di salute. Ha inviato un messaggio la signora Letizia, l’altra figlia del professor Giuseppe Ermini. Al termine è stata celebrata la messa, presieduta da mons. Chiaretti e animata dal Coro dell’Università.