L’Angelo della Passione è un dipinto su tela e proviene dall’antico sepolcro pasquale allestito nella chiesa della Buona Morte da parte dell’omonima confraternita, oggi denominata di Cristo Redentore. Si presentava come un tempietto predisposto per accogliere il catafalco con il Cristo Morto. Le decorazioni esterne erano state eseguite dal pittore Giuseppe Carpinelli di Assisi. Al timpano aveva dedicato l’Angelo in lacrime per la morte di Gesù mentre ai lati dell’ingresso aveva riservato due imponenti soldati romani di guardia al sepolcro. I fondali, riproducenti i luoghi della Passione, erano opera dello scenografo perugino Felicioni. Fu inaugurato il 15 marzo 1899 e, da allora, divenne per i Bastioli il luogo di culto più emblematico per vivere la passione di Gesù il giorno del venerdì santo quando famiglie intere, con le donne in nero, andavano a visitare il sepolcro per baciare il Cristo Morto e prelevare un rametto di viole a ciocche cosparse intorno alla statua. La tradizione si è interrotta nel 1955 con la demolizione della chiesa sulla cui area, in parte, fu costruita la parrocchiale di S. Michele Arcangelo. Purtroppo in quella circostanza andarono disperse le altre componenti pittoriche. L’Angelo della Passione fu ritrovato e individuato dalla sottoscritta nel magazzino di cose sacre della chiesa durante un sopralluogo con il rettore della confraternita di Cristo Re Ubaldo Passeri, desideroso di riordinare e selezionare le cose esistenti. Fu una grande scoperta perché era l’unico documento rimasto di una delle più sentite manifestazioni pasquali ancor oggi ricercata e rimpianta. Si pensò subito al suo restauro, con la piena adesione di don Francesco e di tutta la confraternita, e si decise di affidarlo al restauratore Stefano Petrignani. Io stessa assunsi la responsabilità della spesa coperta in breve dalla risposta entusiasta di 40 persone amiche. L’Angelo della Passione, rimesso a nuovo, è stato collocato nella chiesa del cimitero in occasione della sua riapertura. L’iniziativa ha ottenuto un vasto consenso sia per la destinazione, in armonia con il contenuto del dipinto, sia per il recupero di una tela di grande valore affettivo per i vecchi bastioli, sia come punto di partenza per promuovere gradualmente altri restauri urgenti degli affreschi di scuola Umbra (secc. XV e XVI). Si è difatti diffuso un certo entusiasmo che incoraggia l’iniziativa, una rinnovata volontà tra la gente ad impegnarsi per la salvaguardia d’un patrimonio d’arte che appartiene alla comunità, per cui la confraternita di Cristo Redentore vuol farsi promotrice del progetto: “Salviamo un monumento all’anno” e poter così elevare Santa Croce a pinacoteca come hanno fatto altre piccole cittadine umbre.
L’Angelo della Passione ritrovato: uno stimolo per progetti futuri
Un tempo il dipinto era conservato nella chiesa della Buona Morte
AUTORE:
Edda Vetturini