Sono proseguite per tutto il mese di agosto le catechesi del mercoledì di Papa Francesco sulla famiglia.
Il 2 settembre il Vescovo di Roma ha quindi affrontato l’argomento dal punto di vista della sua valenza sociale.
Alla luce del Vangelo – ha sottolineato – i legami familiari “all’interno dell’esperienza della fede e dell’amore di Dio, vengono trasformati, vengono ‘riempiti’ di un senso più grande, e diventano capaci di andare oltre se stessi, per creare una paternità e una maternità più ampie, e per accogliere come fratelli e sorelle anche coloro che sono ai margini di ogni legame”.
“L’invito – ha aggiunto – a mettere i legami familiari nell’ambito dell’obbedienza della fede e dell’alleanza con il Signore non li mortifica; al contrario, li protegge, li svincola dall’egoismo, li custodisce dal degrado, li porta in salvo per la vita che non muore. La circolazione di uno stile familiare nelle relazioni umane è una benedizione per i popoli: riporta la speranza sulla Terra”.
Attraverso i gesti di amore che avvengono in una famiglia che decide, ad esempio, di adottare un figlio, si rivela il volto stesso di Dio: “Un solo sorriso miracolosamente strappato alla disperazione di un bambino abbandonato, che ricomincia a vivere, ci spiega l’agire di Dio nel mondo più di mille trattati teologici. Un solo uomo e una sola donna, capaci di rischiare e di sacrificarsi per un figlio d’altri, e non solo per il proprio, ci spiegano cose dell’amore che molti scienziati non comprendono più”.
Per il Vescovo di Roma, “la famiglia che risponde alla chiamata di Gesù riconsegna la regìa del mondo all’alleanza dell’uomo e della donna con Dio”. Pensiamo se a un’alleanza di questo tipo venisse consegnato il “timone della storia”, e se ogni decisione fosse assunta con “lo sguardo rivolto alla generazione che viene. I temi della terra e della casa, dell’economia e del lavoro, suonerebbero una musica molto diversa! Se ridaremo protagonismo, a partire dalla Chiesa, alla famiglia che ascolta la Parola di Dio e la mette in pratica, diventeremo come il vino buono delle nozze di Cana, fermenteremo come il lievito di Dio”.
“Ecco – ha concluso Francesco – il lievito che riporta la vita nella Babele della civiltà moderna, dove l’allegria è spesso forzata e di facciata: le nostre città sono diventate desertificate per mancanza d’amore, per mancanza di sorriso. Tanti divertimenti, tante cose per perdere tempo, per far ridere, ma l’amore manca. Il sorriso di una famiglia è capace di vincere questa desertificazione delle nostre città. E questa è la vittoria dell’amore della famiglia. Nessuna ‘ingegneria’ economica e politica è in grado di sostituire questo apporto delle famiglie”.