L’Amore è…

14 FEBBRAIO FESTA DI SAN VALENTINO, IL SANTO DELL'AMORE

Amore amore amore’ Verrebbe da dire ‘non ne possiamo più’ di sentire ripetere in ogni salsa questa parolina che sembra possa significare tante cose, a volte anche contraddittorie. Se è vero che l’amore è un sentimento umano è anche vero che duemila anni fa Gesù ha predicato e, soprattutto vissuto, un amore senza confini, forte ed eterno: dall’amore verso i nemici all’amore coniugale fedele e indissolubile. Eppure oggi la Chiesa viene accusata di essere insensibile se non senza amore. Perché? Per incapacità comunicativa? Per tradimento del Vangelo? Per annacquamento del significato di questa parola? Ne abbiamo parlato con dei ‘testimoni’ che in modi diversi si confrontano ogni giorno con il Vangelo, e lo facciamo in occasione della festa di San Valentino o festa degli innamorati che, insieme al Natale, porta in tv una gran massa di messaggi pubblicitari tutti incentrati sull’amore. Suor Roberta VinerbaÈ diventata famosa, tanto da essere invitata nelle tv nazionali, per il suo corso ‘Se questo è amore’ sempre seguito con grande interesse da centinaia di giovani. Fa subito un distinguo tra sentimento e amore. ‘La cosa più evidente e più nociva – dice – è che viene fatta una completa equiparazione tra amore e sentimento, per cui viviamo in un tempo di sentimentalismi e di emozioni. L’amore viene presentato come un’emozione, un sentimento che arriva e che di per sé è buono e dunque sempre da seguire’ al punto che dire ‘io per questa persona provo un sentimento’ equivale a affermare che questo sentimento è senz’altro buono indipendentemente dal fatto che questa persona abbia già degli impegni o non sia giusta per la persona che prova il sentimento’. La conseguenza è l’instabilità dei sentimenti e la precarietà dei legami. ‘La parola data è qualcosa di superfluo – spiega suor Roberta – perché il legame dura finché il sentimento ci soddisfa e se ci sono difficoltà, se il sentimento non gratifica più si chiude quel legame, quella relazione’. Si dice che sia un atteggiamento tipico dei giovani ma, commenta suor Roberta, ‘è chiaro che i ragazzi non sono altro che lo specchio di una generazione di adulti incapace di concepire l’amore come una parola data, come un impegno’. Ma cos’è dunque l’Amore? Suor Roberta ci risponde con le parole che usa con i ragazzi. ‘L’amore – dice -ha a che vedere con la verità della persona, con la verità dell’uomo, che vive e si realizza pienamente attraverso una relazione che è di dono e di accoglienza. Il patto matrimoniale è un patto che si matura, in cui l’amore cresce e si consolida con un impegno della volontà di amare l’altro anche quando l’altro si presenta non immediatamente amabile’. E quando parla i ragazzi sono affascinati dal fatto che ‘un amore così non è merce a buon mercato’. Negli incontri di suor Roberta i giovani sentono parlare di un amore esigente che non appare mai nelle fiction tv o nelle canzoni. ‘La novità che loro ascoltano è proprio la proposta dell’amore che è una meta alta, è una vetta molto alta da scalare, e quindi li affascina, pur con tutta la paura che gli mette. Però sono attratti proprio dal fatto che qualcuno gli dica ‘tu ce la puoi fare’ cioè ‘tu sei fatto per qualcosa che è per sempre, non per una cosa facile’, non si ama se non ciò che è difficile’. Mons. Vincenzo Paglia’La peggior malattia dell’Occidente oggi non è la tubercolosi o la lebbra, ma il non sentirsi amati e desiderati, il sentirsi abbandonati. La medicina può guarire le malattie del corpo, ma l’unica cura per la solitudine, la disperazione e la mancanza di prospettive, è l’amore. Vi sono numerose persone nel mondo che muoiono perché non hanno neppure un pezzo di pane, ma un numero ancora maggiore muore per mancanza d’amore’. Partendo da questa citazione di Madre Teresa di Calcutta, il vescovo di Terni mons. Vincenzo Paglia parla dell’amore cristiano alla vigilia della festa di san Valentino, patrono dell’amore, evidenziando che ‘è proprio per la mancanza di amore che si muore e si arriva anche a programmare la morte, proprio perché la solitudine non è la vocazione dell’uomo. Ecco allora che l’amore cristiano, quello di Gesù, che va oltre l’uomo singolo, rappresenta il prototipo dell’amore come tale, perchè non si chiude in se stesso e non sfrutta l’altro, ma è un amore che porta ad unirsi agli altri sino a dare la propria vita, appunto come Gesù ha fatto’. ‘Non basta l’amore di uno per un altro – sottolinea mons. Paglia -, abbiamo bisogno di amarci tutti gli uni gli altri. L’amore è come l’aria che non è possibile sezionare per se stessi. Spesso si sopravvive solo, con una vita scarica di passioni, scarica di senso, scarica di affetti. Ed è per questo che il demone della morte, nemico della vita, si abbatte oggi con più facilità su di noi. L’amore apre gli occhi e il cuore sugli altri, rende attenti e partecipi verso chi è più debole e più bisognoso. Ed è questa la via per vincere la solitudine, per recuperare il valore della vita, per amare ed essere amati ad ogni età. Un percorso che si alimenta ogni giorno, si sperimenta, si apprende e si costruisce insieme; è un po’ come apprendere un’arte che richiede allenamento, fino a non avere più limiti di spazio e di tempo’. E in particolare sul significato della parola amore che mons. Paglia ritiene che ‘debba essere molto più estesa e partecipata per evitare tragici travisamenti in una società come la nostra che sempre più rischia di lasciarci soli’.

AUTORE: Maria Rita Valli - Elisabetta Lomoro