“Nella Chiesa in un unico abbraccio”: questo lo slogan della prima edizione di quella che è stata da subito ribattezzata come “Festa dell’amore”, che si è tenuta a San Pellegrino di Gualdo Tadino, domenica scorsa, 20 ottobre. Un unico abbraccio che si è andato allargando dalle coppie sposate a quelle di fatto, ai fidanzati fino a giungere a tutti coloro che, in qualche modo, abbiano bisogno di amore e di vicinanza: è il caso dei malati, alcuni dei quali, impossibilitati a muoversi a causa delle gravi condizioni e, per questo, in collegamento via internet. Il tablet appoggiato all’altare, vicino ai celebranti, su due supporti per piatti di ceramica, più che stridere con il contesto, ha spiegato che i nuovi mezzi tecnologici, se usati correttamente, possono essere un fondamentale strumento di evangelizzazione oltre che di effimero svago.
Dietro l’altare della chiesa parrocchiale di San Pellegrino, a presiedere una liturgia lunga, ragionata, articolata ed incentrata sul concetto di “amore” da tutti i punti di vista, il parroco di San Pellegrino, mons. Luigi Merli, e padre Michele Giura, da lunghi anni impegnato nella pastorale familiare della nostra diocesi. Durante la liturgia, dopo il celeberrimo Inno all’amore di San Paolo e l’invito “Rimanete nel mio amore” del Vangelo di Giovanni (9, 11-17), nell’omelia, padre Michele ha analizzato il termine “amore” dal punto di vista teologico, sottolineando come la stessa fede si basa unicamente sull’amore: il cuore non può percepire né l’onnipotenza, né l’onniscienza, né l’eternità di Dio, ma il suo amore sì e l’esperienza d’amore è universale, in quanto appartiene a tutte le culture. “Dio non lo si raggiunge con l’intelligenza, lo si sperimenta nell’amore”. Ecco perché, come diceva Pascal “Se esiste l’amore, esiste Dio”. E l’amore è dono, dono di sé: sia l’amore che “divora gli amanti” sia quello che unisce la famiglia. E padre Michele ha ricordato come, nella realtà “piena di troppe cose” che è la vita di oggi, non solo l’amore non può essere ridotto “ad oggetto” ma gli oggetti non possono sostituire in nessun modo i sentimenti autentici: “vale molto di più un abbraccio o una carezza verso un figlio che tanti, inutili, giocattoli, che finiscono per accumularsi come montagne nelle nostre case”. Animata da un gruppo di canto interparrocchiale – San Facondino, San Pellegrino, Caprara – la celebrazione ha lasciato il segno ed ha avuto un epilogo con un pranzo comunitario a Salmata di Nocera Umbra, con quasi un centinaio di partecipanti.
Porte aperte a tutti
“Nell’amore c’è Dio”. Con questa convinzione, la chiesa parrocchiale di San Pellegrino ha aperto le porte a tutti coloro che, in ogni modo, avessero il loro cuore pieno d’amore. È così che la bella e significativa celebrazione dello scorso 20 ottobre è stata l’occasione per riunire, in un unico grande abbraccio, sposi, conviventi, fidanzati, famiglie ed anche i fratelli sofferenti ed impediti dalla malattia. Un abbraccio anche telematico, grazie all’uso delle moderne tecnologie, ed un evento che ha davvero lasciato il segno nella comunità sampellegrinese (e non solo).