Molteplici i momenti di forte spiritualità della celebrazione, aperta dalla consegna delle chiavi della chiesa nelle mani di mons. Giulietti, in particolar modo l’unzione e l’incensazione del nuovo altare, opera realizzata dall’artista argentino Raul Gabriel con pietra saracena, travertino bianco e rosso, poggiata su mosaico palladiana, al pari del battistero, della sede del celebrante, dell’ambone e del tabernacolo.
“L’altare – ha ricordato il vescovo ausiliare – racchiude e richiama tre aspetti fondamentali: il Signore Gesù, il suo essere, cioè, pietra angolare; l’acqua e il sangue del suo costato; la sagoma di questa chiesa. Elementi che ci permettono di capire che il venire in chiesa significa vivere la centralità di Dio per essere popolo che lo rende presente nel mondo”.
Nel fonte battesimale prende “corpo” il passo del Vangelo di Giovanni (19.34 ma uno dei soldati gli trafisse il fianco con la lancia. Subito dalla ferita uscì sangue con acqua). Tra gli elementi visibili: il simbolo di Cristo (Tau) e la sua ferita, la vasca bianca simbolo dell’acqua che sgorga dalla ferita come un fiume. La pietra rossa simbolo del sangue, svolge funzione di contenimento della prima vasca bianca intersecandola, così come sangue ed acqua sono inscindibilmente uniti, nella loro diversità.
Prima della benedizione finale, mons. Fabio Quaresima ha voluto esprimere i ringraziamenti a coloro i quali si sono spesi per la realizzazione di questa chiesa, a partire dal 18 dicembre 2005, giorno in cui fu deposta la “prima pietra”. Tra le sottolineature più importanti, il parroco ha evidenziato che “nel nuovo altare oggi abbiamo incastonato le reliquie di san Pio da Pietrelcina, del beato Paolo VI, dei coniugi Luigi e Zelia Martin, genitori di santa Teresina di Gesù Bambino (dono del nostro cardinale)”. All’interno dell’altare presenti anche le reliquie ex indumentis della beata Madre Speranza di Collevalenza.
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arredo, forse.
Sacro, nemmeno per l’antechambre…