L’annuale “festa dell’Adesione” dell’Azione cattolica quest’anno ha avuto un sapore particolare per Città di Castello. Prima della consueta messa e consegna delle tessere per il nuovo anno associativo, infatti, il 7 dicembre l’Ac tifernate ha incontrato nella sala Santo Stefano del vescovado Franco Miano, presidente nazionale di Ac, assieme al delegato regionale Stefano Sereni. L’incontro è stato preceduto dai saluti del vescovo, mons. Domenico Cancian, che ha salutato i presenti ricordando l’importanza di un’associazione come l’Ac, facendo riferimento soprattutto al senso di ecclesialità che la caratterizza, alla sua importanza per il laicato italiano e per la testimonianza del Vangelo che costantemente propone.
Don Giancarlo Lepri, di seguito, ha ripercorso la storia dell’Azione cattolica tifernate, dalla nascita negli anni Cinquanta fino al presente.
Al presidente diocesano Marcella Monicchi è spettato il compito di introdurre l’ospite e di presentare l’attuale realtà diocesana.
“L’Azione cattolica per ciascuno di noi – ha affermato Miano – è prima di tutto una scelta di libertà: in un tempo in cui si preferisce non scegliere, noi continuiamo a operare una scelta perché crediamo che la fede generi delle scelte, e perché siamo convinti che questa sia un modo vivo di essere Chiesa; una Chiesa capace di interpellare anche gli altri. La libertà nasce però dalle relazioni e va di pari passo con la responsabilità. La vita di fede significa rispondere a una chiamata che è stata fatta. L’Ac è un modo attraverso il quale noi cerchiamo di rispondere a questa chiamata, tutti insieme”.
“Questo insieme – ha aggiunto il presidente – non significa però struttura, ma è sinonimo di un legame buono, costruito secondo il Vangelo. È questo stesso legame che porta i laici a vivere il binomio responsabilità-corresponsabilità: tutti i laici associati sono responsabili dell’annuncio del Vangelo e sono corresponsabili nel testimoniare e aiutare la Chiesa nella sua missione. L’Azione cattolica ci aiuta a vivere da laici corresponsabili, in unità profonda con la Chiesa. La scelta dell’adesione all’Ac – ha concluso Miano – è una scelta di speranza, perché ci impegniamo in prima persona per migliorare il mondo. Ma la speranza per un credente non deve essere un’illusione: la speranza cristiana è fondata sulla fede e sulla carità, e richiede impegno e responsabilità per operare in vista del bene e per spianare la strada per l’incontro con il Signore”.