Quotidianamente leggiamo notizie di bullismo, violenze, difficoltà per i ragazzi nell’affrontare la propria vita; è un problema complesso che richiede un’analisi profonda dei tanti fattori che lo compongono e una discussione del ruolo della famiglia, della scuola e della religione. È necessario che gli educatori, i genitori e gli insegnanti lavorino insieme per capire e aiutare i ragazzi nel loro cammino di crescita, affinché possano costruirsi un senso critico e diventare autonomi nelle scelte. La famiglia, la scuola e anche la comunità cristiana hanno infatti ben compreso che da soli e separatamente è impossibile affrontare le numerose e complesse sfide. In questi ultimi tempi, l’espressione ricorrente tra coloro che hanno una responsabilità di crescita delle nuove generazioni riguarda la necessità di stipulare “un patto condiviso per l’educazione”. Interessante è l’esperienza “Insegnanti in laboratorio”, un gruppo di insegnanti di ogni ordine e grado della scuola di Terni, che ha iniziato la sua esperienza a partire proprio dal disagio di tanti insegnanti nella quotidianità del loro lavoro, e dalla necessità di un confronto e di un aiuto per non lasciarsi sopraffare dagli eventi e dalla rassegnazione. “‘Insegnanti in laboratorio’ è nato dal desiderio di lavorare insieme per aiutare i ragazzi nella loro crescita, ma le difficoltà non si possono nascondere e sono da attribuire a diversi fattori: mancanza di tempo, problemi a creare organismi formati dalle diverse componenti e certamente la complessità degli argomenti. Se però non riusciamo a creare luoghi di confronto tra insegnanti, genitori, educatori delle diverse aggregazioni già esistenti, c’è il rischio che il patto condiviso resti soltanto un desiderio” dice Vera Sabatini, coordinatrice dell’iniziativa. Occorre prendere coscienza delle nuove tendenze di pensiero sull’uomo e le sue relazioni, sul modo di unire il “locale” e il “globale”, interesse personale e bene comune, perché rappresentano il fondamento dei comportamenti, degli stili di vita e della personalità delle nuove generazioni. È necessario un impegno comune per capire il contesto nel quale i ragazzi vivono, per aiutarli a non sentirsi soli e a formare la propria personalità. “Siamo convinti che qualcosa si può fare, e ci auguriamo fortemente che anche dalla comunità cristiana venga un nuovo impulso per favorire queste occasioni, ed anche qualche nuova proposta per i giovani che consenta loro di sperimentare un modo alternativo di incontrare l’altro, di fare amicizia, di divertirsi e scoprire il senso più profondo e bello del vivere. Notizie di queste esperienze ci giungono da varie parti d’Italia: speriamo che anche da noi ci siano sempre più persone di buona volontà che decidano di mettersi a disposizione per questo compito essenziale, con gioia ed apertura verso il futuro” conclude Vera Sabatini.
Laboratorio educativo
Seminario degli “Insegnanti in laboratorio” sui giovani
AUTORE:
Benedetta Rinaldi