Andrea Romizi è diventato subito un “caso” nazionale per aver strappato il governo della città di Perugia alla sinistra che in questa città ha governato per 70 anni senza interruzioni.
Presentato dai suoi antagonisti come espressione della Destra, sottinteso fascista, si è sempre difeso con aplomb e ironia “Mi ci vedete a dare purghe in giro per Perugia?”. Se rivoluzionario è, commenta, quando lo intervistiamo nella nostra redazione, lo è “più nei pensieri che nei modi”. “Rivoluzionario” per esempio nel credere di poter essere “primo cittadino” della città e averlo scritto sul suo sito web della campagna elettorale. Il giovane Romizi ha maturato il proprio interesse nei confronti della politica “per contrapporre azioni concrete di cambiamento ai semplici mugugni di protesta” e che oggi, arrivato a Palazzo dei Priori, è calmo ma fermamente determinato a “rimanere coerente a rischio di durare due giorni”.
Andrea Romizi, il 35enne avvocato perugino che da domenica notte è il candidato del centrodestra arrivato in corsa e senza rumore, dopo l’abbandono della prima scelta Corrado Zaganelli, che è riuscito nell’impresa che molti ritenevano impossibile: interrompere il governo decennale della Sinistra nel capoluogo umbro.
Un governo che ha inevitabilmente segnato non solo la politica cittadina, ma la sua storia e mentalità. “Perugia è un città dalla cultura di centrosinistra – ha spiegato Romizi – e non rispettare questa cultura sarebbe stato e sarebbe ancora oggi un grande errore. La sfida è esserne un degno interprete, pur provenendo da una cultura diversa. Abbiamo dismesso i panni della mera opposizione che si limita a sminuire e colpire gli avversari, il mio obiettivo è quello di essere il primo cittadino di tutti”.
Idee che ora si fanno fatti. Dopo i mesi di campagna elettorale e i primi giorni trascorsi tra incredulità, festeggiamenti e interviste a livello locale e nazionale, è arrivato, infatti, il tempo della concretezza con il primo nodo costituito dall’Amministrazione: quella esistente e quella in procinto di formarsi.
Ad attendere con non poca curiosità e un pizzico di apprensione ci sono circa 1200 dipendenti comunali che, per la prima volta, vedono sedere al vertice un uomo non di sinistra e si chiedono cosa cambierà. “Non ci saranno ghigliottine né epurazioni – rassicura Romizi -, ma metteremo ordine dove serve puntando su persone che mostrino vocazione per il servizio pubblico e competenze”.
Dall’altra parte c’è il nodo dell’Amministrazione futura, ovvero la nuova Giunta e lì, ammette Romizi, 30 giorni (il tempo massimo indicato dalla Legge tra la proclamazione ufficiale da parte della Prefettura e l’insediamento dell’organismo esecutivo, ndr) “sono tanti, ma anche pochi!”.
Mettere insieme le varie forze che hanno sostenuto il nuovo primo cittadino, infatti, non sarà semplice: l’ala civica, il mondo cattolico, le forze di destra e quelle più centriste fin’anche l’area di sinistra rappresentata da Wagué. dovranno trovare nei fatti una loro armonizzazione. “Questo pluralismo è il nostro punto di forza – spiega Romizi -, ma potrebbe diventare di debolezza. Sta solo a noi dare prova di maturità e mettere da parte fazioni e gelosie”.
Romizi si è presentato come candidato sindaco di Perugia e non di una parte politica. Ha dato una impronta “civica” alla sua candidatura perché vuole essere “il sindaco di tutti” e perchè un sindaco di destra non sarebbe mai accettato. Per questo, racconta, “ho fortemente voluto la presenza di due liste civiche in coalizione, perché la sfida che abbiamo giocato e che giocheremo è dalla parte della città e non solo del centrodestra”.
Il risultato della lista “Progetto Perugia” che nel simbolo aveva il suo nome e che “ha avuto più voti di partiti quali il Nuovo centrodestra o Fratelli d’Italia”, ha politicamente rafforzato la sua scelta.
Romizi ha dovuto “vincere due resistenze, opposte ma altrettanto forti: da un lato, la destra più radicale che mi vedeva troppo moderato; dall’altro il pregiudizio di essere il candidato berlusconiano”. Ma lui si presenta e si sente più uomo di centro, con una storia in Forza Italia che non rinnega e a cui deve la sua formazione politica.
Ma ora è sindaco, sindaco di Perugia. Ora inizia la vera sfida.