La vertenza della Perugina è difficile, e la politica – in particolare umbra – pur mobilitata, pare che abbia un potere minimo per incidere sul futuro dell’azienda, interessata da una proposta dei vertici della Nestlé che porterebbe a un drastico ridimensionamento del personale (quasi la metà, 364 su oltre 800 addetti). Si conta su un intervento ministeriale per tentare di sbloccare la crisi. Il 13 ottobre è in programma l’incontro in Confindustria umbra, e non si sa come andrà a finire. Nel corso della manifestazione che si è svolta a Perugia in difesa dello stabilimento, la Rsu aziendale ha parlato chiaro: “Se Nestlé viene all’incontro del 13 ottobre in Confindustria Umbria per parlare ancora di esuberi in Perugina, lo dica subito, così neanche ci presentiamo”. Luca Turcheria, a nome della Rsu, ha sottolineato che “al piano di ricollocazioni degli esuberi annunciato dalla multinazionale svizzera i dipendenti non credono, semplicemente perché non ci sono 364 posti in Umbria”. Alla manifestazione nel centro storico cittadino hanno partecipato maestranze della Perugina, insieme a sindacalisti, parlamentari, rappresentanti delle istituzioni locali e semplici cittadini. Presenti anche molte delegazioni di altre aziende umbre (come Ast, Colussi, Merloni e Novelli), in crisi e non. In mezzo alla folla, come già durante il presidio di qualche giorno fa davanti ai cancelli della Perugina, don Claudio Regni, parroco di San Sisto e per 24 anni il prete della fabbrica del cioccolato: ”La Chiesa – ha tenuto a ribadire – sta sempre con i più deboli, e chi deve portare a casa un pezzo di pane è debole”. Per il segretario Cgil di Perugia, Filippo Ciavaglia, la Nestlé “è un’impresa che prende solo dal nostro territorio”. Per l’ex leader Fiom, Maurizio Landini, anch’egli presente alla manifestazione, “la vertenza Perugina non è locale ma parla al Paese. La mia presenza qui è per dire che i lavoratori hanno il sostegno di tutta la Cgil nazionale”. Dalla Regione Umbria il pieno sostegno ai lavoratori espresso dalla presidente Marini, e dal vice presidente della Giunta e assessore allo Sviluppo economico, Fabio Paparelli. “Perugina – hanno evidenziato -, oltre a essere un marchio di eccellenza del cioccolato made in Italy è un vero e proprio simbolo di qualità dell’Umbria nel mondo. La storia e il valore di questa fabbrica vanno oltre i fatturati e i bilanci aziendali. Ogni umbro considera questo marchio parte integrante della propria identità regionale”. Vicinanza anche dall’Amministrazione comunale di Perugia “a un marchio che rappresenta la storia della nostra terra – ha dichiarato il sindaco Andrea Romizi. – Per questa ragione auspico che le varie categorie partecipino numerose e facciano quadrato attorno a un’azienda che rappresenta l’Umbria nel mondo. C’è in gioco anche il futuro di numerosi lavoratori della Colussi, delle province e di altre realtà regionali che si stanno battendo per mantenere il posto”.
La vertenza Perugina parla all’Italia
AUTORE:
Emilio Querini