venerdì, 31 Gennaio 2025
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La “trattativa” non funziona così

Esce in questi giorni un film, molto applaudito, intitolato La Trattativa, della regista e attrice Sabina Guzzanti. La trattativa sarebbe quella fra lo Stato e la mafia, ma con riferimento non tanto a uno specifico episodio quanto a un insieme di complicità e connivenze, o anche semplici cedimenti e disattenzioni, per effetto dei quali i vertici dello Stato si sarebbero arresi, di fatto, alla mafia, cambiando il corso della storia d’Italia. Non ho visto il film e non so se lo vedrò. Ma ho letto e ascoltato molte delle interviste generosamente rilasciate dall’autrice, e quindi posso fare un commento, non sulla qualità artistica, ma sulla tesi “storica” esposta. Dunque: il sottofondo del pensiero della Guzzanti è che l’Italia sia un Paese abitato da un popolo di onesti lavoratori e sinceri democratici, che farebbe cose bellissime se il Potere non fosse occupato da una cricca di manigoldi in combutta con la grande criminalità. Proprio questa contrapposizione è il punto sul quale dissento dalla Guzzanti (se non sono troppo presuntuoso nel mettermi a confronto con lei). Nel bene e nel male, il popolo italiano ha i governanti che si merita: non tanto perché li sceglie con il voto, ma perché il clima morale e culturale di un Paese è il frutto dei comportamenti individuali di massa. L’Italia è il Paese dove la maggioranza delle famiglie pensa che una scuola buona per mandarci i figli è quella dove il diploma te lo danno senza tante storie (e magari con lode); dove un certificato medico compiacente non si nega a nessuno; dove testimoniare il falso per favorire un amico è considerato un dovere sociale; dove i tifosi approvano entusiasti se la squadra vince comprando gli arbitri e i calciatori avversari; dove la legge vale solo quando obbedirla tocca agli altri; dove approfittare di una carica pubblica per interessi privati è considerato normale e anzi lodevole, ecc. Inutile dire che c’è anche tanta gente perbene; ma i comportamenti individuali di massa sono quelli. Sicché mi sembra fuori strada Sabina G. quando spiega la storia e le disgrazie dell’Italia con il presunto complotto fra le istituzioni, i cosiddetti poteri forti e la mafia.

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