La Terra Santa in visita a Perugia

Trenta seminaristi dalla diocesi di Gerusalemme

Nel fine settimana, semianristi della diocesi di Gerusalemme hanno fatto visita agli amici di Perugia. Diverse, infatti, le parrocchie gemellate con altre parrocchie di Terra Santa; tra i legami c’è anche quello creato con gli studenti del liceo classico “Mariotti” di Perugia. Ce ne parla don Faysal Hijazen, vice rettore del Seminario di Gerusalemme. Il vostro seminario dove ha sede? “Il nostro è il Seminario patriarcale di Gerusalemme. La diocesi di Gerusalemme è molto estesa ed interessa quattro diversi Stati: Giordania, Palestina, Israele e Cipro. La sede del seminario si trova a Beitjala, città accanto a Betlemme”. I ragazzi per quanti anni frequentano il seminario? “Questo è un seminario diocesano: vi è la sezione minore per i ragazzi dai 13 ai 18 anni, che frequentano la scuola annessa, ed il cosiddetto seminario maggiore per quelli dai 19 anni in su. A questo punto i ragazzi hanno davanti otto anni di studio: uno propedeutico, uno di lingue (francese, latino, italiano), poi sei anni di filosofia e teologia”. Quali sono i fondamentali motivi del vostro viaggio in Italia? “Il primo è quello del pellegrinaggio nei luoghi italiani della fede e per visitare il Vaticano. Il secondo motivo è dettato dalla curiosità di conoscere la cultura, la storia, la società di questo Paese. E poi c’è ancora un motivo: visitare i nostri amici conosciuti in Terra Santa, pellegrini laici, sacerdoti, vescovi, che sono venuti da noi diverse volte e molto spesso ci hanno invitati a venire in Italia. Così siamo venuti a trovarvi, qui a Perugia, poi in Toscana, quindi a Varazze e concluderemo il nostro viaggio a Como. È una cosa grande conoscere la Chiesa che è in Italia e poter rispondere a tutte le persone che amano la Terra Santa. Ma noi veniamo anche per ringraziarle: non possiamo fare tante cose per voi, ma almeno una visita sì. E questa visita è molto importante per un altro motivo: noi siamo 30, e per ben 26 di noi questa è la prima volta che escono dai confini della Palestina”. Quali i momenti forti della vostra visita qui a Perugia? “L’incontro con il Vescovo e soprattutto l’incontro intorno all’eucarestia. Il Vescovo ci ha dedicato un’intera giornata, dal mattino al pomeriggio, e ha celebrato per noi in cattedrale. Noi abbiamo pregato con lui in arabo, cantato in arabo, anche davanti alla vostra Madonna delle Grazie. Il suo segretario, i suoi seminaristi sono stati con noi. Per noi è stato molto importante poterli conoscere, parlare e confrontarsi con loro, vivere momenti di fraternità; abbiamo anche pranzato insieme e ci siamo scambiati regali”. Ci risulta che qui a Perugia ci siano almeno tre parrocchie collegate da anni alle vostre in Terra Santa.“Sì, posso citare il gemellaggio della parrocchia di Tavernelle, guidata da don Orlando Sbicca, con Beit Sahour (il Campo dei pastori). Io vi sono stato per alcuni anni; don Orlando e la sua parrocchia aiutano a far studiare i nostri giovani all’interno della parrocchia di Beit Sahour. C’è poi Santo Spirito che è gemellata con la parrocchia della Sacra Famiglia a Ramallah; conosco bene il parroco di Santo Spirito, don Saulo Scarabattoli, ed io andrò come parroco a Ramallah in agosto. La parrocchia di Santa Maria Assunta di Castel del Piano, guidata da don Francesco Buono, è invece gemellata con la parrocchia di Betjala ed è in stretto contatto con la locale scuola superiore; sono ormai tre anni che ragazzi di Betjala vengono ospiti di famiglie italiane; successivamente alcuni ragazzi del liceo classico Mariotti si recano in Palestina per uno scambio culturale. Voglio dirvi che è molto bello essere qui al Mater Gratiae, ed è stata una gioia poter conoscere la vicina Casa della Tenerezza; in proposito ho avuto un incontro con don Carlo Rocchetta e l’ho invitato a venire da noi per un ciclo di conferenze in diocesi. Potrebbe essere l’avvio di una nuova esperienza per le famiglie nelle parrocchie di Ramallah e nell’intera diocesi; come segretario della Commissione diocesana per la famiglia, mi adopererò in tal senso”. Mille grazie, abuna (“don” in arabo)! “No, grazie a tutti voi, all’arcivescovo Gualtiero, ai sacerdoti, alle parrocchie e a tutti gli amici. Ringrazio tutti da parte della diocesi di Gerusalemme per questa accoglienza grandiosa”.

AUTORE: Maria Grazia Marcacci