Ciò che ha da dire, ce l’ha scritto in faccia: lineamenti occidentali con colorito asiatico, sacerdote cattolico avvolto in un largo camicione indiano, Raimon Panikkar sintetizza in sé l’umanità del terzo millennio, multietnica e multireligiosa. Dopo un incontro a Città di Castello, e prima di ripartire per Bologna, Panikkar ha sostato a Perugia (palazzo Donini) l’11 settembre per parlare di ‘Dialogo interreligioso a vent’anni dall’incontro di Assisi’. All’incontro, organizzato dal mensile ‘L’altrapagina’ e dalla Regione Umbria, il teologo indo-europeo ha descritto la giornata di preghiera voluta da Giovanni Paolo II nel 1986 come ‘l’apertura di un nuovo periodo, in cui le religioni si aprono al dialogo. Senza questa disponibilità, non è possibile neppure vivere la propria religione. Assisi ha tolto i sensi di colpa a molti credenti, che temevano che incontrare fedi diverse dalla propria fosse una forma di apostasia’. Sono quindi emersi concetti come ‘dialogo dialogante’, incontro degli occhi e dei cuori… Tutti discorsi che sono piaciuti al pubblico presente in sala, già ben disposto, evitando però accuratamente di aprire un confronto sui punti più spinosi. Così, Panikkar ha potuto opporre la ‘fede’, intesa come apertura al Mistero, alla ‘credenza’ intesa come insieme di dogmi, che variano da un luogo all’altro; ha potuto definire la verità in modo ristretto come ‘ciò che si cerca’; ha perfino potuto distinguere Gesù ‘che era un individuo’ da Cristo ‘che non è un individuo’… e nessuno dei presenti ha sollevato obiezioni, se non altro per avere chiarimenti, per mettere in luce la complessità delle idee proposte. Un’istituzione pubblica come la Regione Umbria ha buon gioco a invitare personaggi come Panikkar, in modo da trovare interlocutori abbastanza condiscendenti. Tuttavia Panikkar non è un novellino: le sue affermazioni, anche quelle più problematiche, nascono da decenni di studi, di esperienze, di viaggi, di riflessioni. Il rischio è quello di ‘dare in pasto al pubblico’ idee che, per non diventare fuorvianti, avrebbero bisogno di una lenta maturazione anche da parte di chi ascolta. Barcellona (dove il teologo è nato) l’hanno visitata in molti, ma molti meno hanno avuto occasione di meditare a Varanasi, centro spirituale dell’induismo nonché luogo dove il Buddha cominciò la sua predicazione. Per non smarrirsi, occorrerà tenere sempre in mente – come ha ricordato lo stesso Panikkar – gli unici due saluti utilizzati dal Risorto: ‘Pace’ e ‘Non temete’.
La “spinosa” via della pace
Il teologo Raimon Panikkar a Perugia
AUTORE:
Dario Rivarossa