La speranza non delude

L'arcidiocesi festeggia la natività della Vergine. L'omelia del Vescovo alla chiesa di Loreto

Mercoledì 8 settembre è stata festa per vari luoghi del territorio spoletino-nursino. Due i festeggiamenti di spicco, a Montefalco e Spoleto. Come ogni anno, è stato affollato il santuario della Madonna della Stella, dove i frati passionisti hanno accolto non solo la popolazione montefalchese ma molto di più: grande è infatti la devozione che spinge, anche durante il corso dell’anno, migliaia di pellegrini. Alle messe a tutte le ore – che ha visto anche la partecipazione dell’arcivescovo mons. Riccardo Fontana alle ore 11 – si è unito il programma cosiddetto ‘civile’. L’8 settembre è la “festa della natività della Beata Vergine Maria” e, quest’anno, ha segnato un evento importante: la prima concelebrazione “di ricorrenza” dopo la riapertura della chiesa della Madonna di Loreto in Spoleto. È così che alle ore 9 di mercoledì mattina, si è tenuta la recita delle lodi con i religiosi e le religiose della città. Alle 12, poi, la preghiera dell’Angelus, e la recita delle litanie Lauretane per le famiglie secondo l’antica tradizione spoletina. Nel pomeriggio, alle ore 18, l’arcivescovo mons. Fontana ha celebrato una messa, trasmessa anche dalle frequenze della radio diocesana Umbria Radio, del circuito regionale e “In Blu”. “Questa sera – ha detto mons. Fontana all’omelia – chiediamo a Santa Maria di essere cittadina nella nostra città”. Il presule ha poi paragonato la virtù della speranza alla maternità della beata Vergine: “La maternità di Maria – ha detto – ci porti ‘unità’ e ‘pace’. Il ‘grembo’ ci richiama l’attesa. Si dice “aspettare un bambino” e qualunque mamma non ha dubbi che il figlio nasca; l’incertezza è solamente riferita al tempo in cui nascerà ma si sa che prima o poi avverrà. Così è la speranza: non si sa quando ma la ‘salvezza’ arriverà, c’è la certezza. Perché Dio aiuta con fortezza, sicuro. Dio – ha proferito con maggior convinzione monsignor Fontana – non resta indifferente, rispetto alle stragi, come quella in Ossezia. Siamo noi gli indifferenti: tre giorni e si parla d’altro!”. L’Arcivescovo si è poi soffermato sul valore dell’umiltà, vissuta nella vita di tutti i giorni, con l’accettazione della croce, secondo l’esempio di Maria: “Sia fatta la tua volontà”. “Il nostro tempo – ha detto – ci chiede di essere ‘sparsi’ come il sangue di Cristo sulla croce. Basta camminare verso il Signore: il resto è una conseguenza”.

AUTORE: Eleonora Rizzi