Perché non pensare che anche questo Natale vissuto nelle difficoltà che ben conosciamo a causa del terremoto non possa segnare l’inizio di una rinascita materiale (abbiamo bisogno di case e di chiese) e interiore fatta di solidarietà, di accoglienza reciproca, di collaborazione, di sostegno per guardare avanti insieme e con forza? È l’augurio che mi sento di formulare per il prossimo Natale”. Con queste parole l’arcivescovo di Spoleto-Norcia, mons. Renato Boccardo, si appresta a celebrare il ricordo della nascita di Gesù.
“Affronteremo un Natale – prosegue – nella precarietà, nella fragilità e nella trepidazione. In mezzo a tutto questo, però, la speranza non è mai venuta meno. Dalla disperazione, dalla paura e dalle macerie è possibile costruire qualche cosa di nuovo. Così è stato con l’avvento del Figlio di Dio sulla terra: in una società in disgregazione la novità della presenza di questo bambino diede il via ad un mondo nuovo”. Mons. Boccardo ricorda che la “gente ha bisogno di sicurezza e dignità. Confido che tutte le affermazioni fatte in questi mesi riguardo ad una ricostruzione seria e immediata possano trovare concretizzazione presto e bene. Ogni giorno sperimentiamo una rete enorme di solidarietà e di aiuto: tanti si fanno presenti e offrono collaborazione. È un bell’abbraccio di fraternità e vicinanza”.
Per Natale pronto il Campo Caritas
Un primo segno in questa direzione è l’avvio del Campo Caritas nei terreni adiacenti la Madonna delle Grazie a Norcia, ubicata lungo l’antica mulattiera per Ascoli Piceno. È stata eretta sulla preesistente edicola campestre nota come Madonna della Vaglie. Accanto alla chiesa c’è un convento con ampio recinto: fino al 1961 ha ospitato i Cappuccini, poi alcuni monaci benedettini dell’abbazia di S. Girolamo di Emmaus di Praga. Nei primi anni novanta del ‘900 è stato acquistato dalla Diocesi, in quanto l’arcivescovo Antonio Ambrosanio sognava una casa per i giovani dove svolgere campi scuola e incontri di formazione per i ragazzi e le ragazze di Spoleto-Norcia, futuro e speranza della Chiesa spoletino-nursina. Sogno che si è realizzato nel corso degli ultimi venti anni. Dopo il terremoto del 30 ottobre, la chiesa si è letteralmente sbriciolata e il grande convento è da abbattere e ricostruire. Ma la Madonna delle Grazie torna ad essere il luogo del sogno di una comunità gravemente ferita dal terremoto.
L’arcivescovo Renato, insieme al presbiterio diocesano, ha voluto che lì sorgesse il Campo Caritas e il Centro di Comunità. Vi sono stati posizionati quattro container per ospitare i volontari della diocesi di Spoleto-Norcia, di quelle dell’Umbria e di quelle italiane – tantissime già le richieste pervenute – che si alterneranno nel servizio di sostegno morale e materiale alle persone. In una tensostruttura di 150 metri quadrati è stato allestito un emporio della solidarietà: sarà il punto di distribuzione dei generi di prima necessità che vengono portati dai magazzini Caritas di Spoleto. Nella stessa area sorgerà (nei primi mesi del 2017) il Centro di Comunità di Caritas Italiana: una struttura di legno per le celebrazioni eucaristiche, le attività pastorali, momenti di aggregazione e festa. Accanto al Centro Caritas, si sono trasferiti a vivere, con il loro camper, il parroco di Norcia don Marco Rufini e Rinaldo e Francesca, la coppia di sposi che dai primi di novembre è nelle zone terremotate a nome di Caritas Umbria per ascoltare e portare speranza tra la gente.
Il logo del Campo Caritas è la scenda della lavanda dei piedi, gesto compiuto da Gesù ai suoi discepoli durante l’Ultima Cena, che ben indica lo stile di servizio e di carità della Chiesa. Insomma, la Madonna delle Grazie diventerà il centro pastorale di Norcia per tutto il tempo della ricostruzione, il luogo del sogno come lo aveva immaginato mons. Ambrosanio.
Aiuti da Siena e l’udienza dal Papa
Un importante aiuto al patrimonio artistico della Diocesi compromesso dal terremoto arriva invece dall’Opera del Duomo di Siena, la diocesi retta da mons. Antonio Buoncristiani che ha le sue origini proprio nella Chiesa spoletina, a Cerreto di Spoleto. Dal 23 dicembre 2016 al 29 ottobre 2017 la cripta della cattedrale della città toscana ospiterà la mostra “La Bellezza ferita. Norcia, Earth Heart Art Quake. La Speranza rinasce dai capolavori della città di San Benedetto”.
Si tratta di un’esposizione documentaria che racconta la “ferita” subita dal patrimonio culturale della zona di Norcia, in seguito al forte terremoto che il 26 e 30 ottobre 2016 ha devastato tutte le chiese della città e dintorni. Il percorso della mostra prevede un itinerario con i capolavori prima custoditi all’interno di basiliche, santuari e pievi del territorio, con una serie di video concessi dai vigili del fuoco, e con materiali fotografici di fotoreporter locali, relativi alle fasi di recupero delle opere dopo il terremoto.
La mostra è stata realizzata in collaborazione con la Soprintendenza dell’Umbria. I promotori e gli organizzatori hanno destinato un contributo economico all’archidiocesi di Spoleto-Norcia per le fasi di restauro e ricostruzione. Intanto il 5 gennaio prossimo papa Francesco nell’Aula Paolo VI riceverà in udienza speciale i terremotati delle Diocesi inserite nel cosiddetto cratere.
Le celebrazioni di Natale
Mons. Boccardo presiederà le celebrazioni di Natale in Valnerina. Sabato 24 dicembre a mezzanotte nella tensostruttura adibita a Centro pastorale. Domenica 25 dicembre, invece, a Cascia (11.30, tensostruttura di piazza Dante) e a Preci (15.00, Centro di Comunità Caritas). Nel prepararsi a queste importanti celebrazioni l’Arcivescovo ricorda la presenza del pinnacolo della basilica di San Benedetto a fianco del presepe in piazza San Pietro in Vaticano: “È il segno delle nostre chiese distrutte che indica, oltre al bisogno della ricostruzione, un richiamo all’Europa chiamata a riscoprire le proprie radici cristiane che l’hanno generata e sostenuta. Perché non pensare – conclude mons. Boccardo – che da piazza San Pietro parta questo messaggio per il Continente Europeo: ritrovare le radici cristiane per continuare a costruire una società che sia degna dell’uomo e dunque, per noi credenti, anche degna di Dio?”.