Ancora sono vive le ferite che gli eventi sismici di dodici anni fa hanno inferto alla nostra gente umbra. Eppure, quando alle 3 e mezzo di lunedì mattina abbiamo riconosciuto ancora i segni del terremoto nel sobbalzare del suolo, terribilmente lungo, e nella paura che da quel momento ha cominciato ad aleggiare fino all’individuazione dell’epicentro, anche noi siamo rimasti sconcertati. Poi le notizie, le immagini dell’Aquila devastata e del suo territorio. L’arcivescovo Molinari, pastore del capoluogo regionale abruzzese, ci è da sempre noto e amico. L’abbiamo raggiunto al telefono, via via che cresceva il numero dei morti e la Nazione si rendeva conto della gravità dell’accaduto. La nostra Caritas Umbria si è attivata subito, in collegamento con Caritas Abruzzo. Serve aiuto per l’emergenza, e molti lo danno. Serve ancora più aiuto quando sull’onda delle scosse cosiddette di assestamento ‘ lo sciame sismico da cui anche gli abruzzesi non si libereranno per mesi ‘ occorrerà resistere al dolore e al vuoto interiore. Tocca allo Stato provvedere all’emergenza e alla ricostruzione materiale. La Chiesa ha un ruolo diverso, ma non meno delicato. In collegamento con Caritas italiana, che coordina le azioni nelle diocesi italiane in Abruzzo, faremo la nostra parte anche noi, con aiuti e volontari. Ci è stato chiesto di attivare la presenza dopo Pasqua. Il terremoto sconvolge le case e le mura, ma ancora di più le coscienze e l’animo della gente. Solo chi ci è passato di recente sa a mente che non è un evento solamente materiale. La gente che ha perduto tutto rischia di perdere anche l’identità e la pace. Non saranno le cose a dar loro ancora quel patrimonio prezioso di valori e di sicurezza, costruito nei secoli. Serve la vicinanza alla gente in difficoltà, non meno che la disponibilità economica a ricostruire i beni distrutti. La Chiesa in Umbria è molto ricca di questa sensibilità acquisita. Ha ricevuto molto da tanti, sarà certamente disponibile a condividere con i fratelli abruzzesi questa preziosa esperienza che non passa per la organizzazione e i soldi, ma per la sensibilità e la fede. Ai Vescovi dell’Abruzzo, alla delegazione Caritas di quella Regione abbiamo già assicurato che ci siamo e staremo loro accanto in questi difficili mesi in cui, con l’onda del sisma, seguiterà a sobbalzare il sistema di sicurezze di chi vi è stato coinvolto. La speranza cristiana, specialmente in questi giorni di Pasqua, sarà percepita dagli aquilani più facilmente se non mancherà la carità delle Chiese d’Italia.
La solidarietà degli umbri ai fratelli aquilani
Terremoto e Chiesa umbra
AUTORE:
' Riccardo Fontana