In Umbria la violenza sulle donne – amplificata dai due delitti nell’ultima settimana tra Foligno e Spello – è un fenomeno diffuso, soprattutto domestico e ancora, in grande parte, sommerso. È quanto emerge dall’osservazione dei dati raccolti attraverso il servizio Telefono donna. Secondo i dati raccolti sulle utenti dal 2007 al 2012, gli abusi sono prevalentemente subiti in famiglia. Soltanto l’8,9% avviene fuori dall’ambito familiare. Quasi l’80% delle donne denuncia violenze e maltrattamenti, il restante 20% si rivolge al Centro per problemi connessi alla separazione. Il tipo di violenza riferita è al 45,2% fisica e psicologica, mentre un 21,2% è di carattere economico. Le violenze sessuali sono il 6,3%, le molestie il 2,4%, con il tormento dello stalking deve fare i conti l’8,8%. Se si considera che il periodo preso in esame è di dieci anni, la media è di quasi un caso al giorno, senza contare gli episodi che restano tra le mura domestiche e che sono la stragrande maggioranza. E chi maltratta, sulla base dei dati regionali del Telefono donna, risulta essere quasi al 65% un insospettabile. La metà sono coniugi, in maggioranza comunque i partner, in carica o passati, con livello di scolarità medio-alto. Nel frattempo la Giunta regionale dell’Umbria ha approvato il disegno di legge “Norme per le politiche di genere e per una nuova civiltà delle relazioni tra donne e uomini”. La presidente della Regione, Catiuscia Marini, ha commentato che “questo provvedimento ha l’ambizione di presentarsi come un sistema organico di interventi per superare quegli impedimenti, anche di carattere culturale, che ancora oggi sono causa di discriminazione. Il provvedimento propone una visione innovativa delle politiche di genere, non più intese settorialmente, ma come elemento imprescindibile e trasversale a tutte le altre politiche pubbliche, nel campo della salute, dell’organizzazione del lavoro, dell’economia, della formazione, del welfare, della diffusione della cultura e delle politiche di genere, mettendo al centro la vita nella complessità dei suoi bisogni. L’obiettivo è coinvolgere l’intera società civile, nelle sue diverse articolazioni, in un comune impegno sociale e politico. È per questo che ogni azione, ogni decisione dovrà essere valutata e assunta anche tenendo conto dell’impatto differenziato sulla vita delle donne e degli uomini. Voglio sottolineare – ha proseguito la Presidente – che un intero capo (il V) della normativa è dedicato ai servizi di contrasto alla violenza degli uomini contro le donne, che la Regione riconosce come violazione dei diritti umani fondamentali in qualsiasi forma essa si manifesti, fisica o psicologica”.
La Regione difende le donne
La Giunta approva il disegno di legge “Norme per le politiche di genere”
AUTORE:
E. Q.