La protesta dei terremotati

Mobilitazione promossa dai comitati dei cittadini

Il ‘piccolo’ terremoto del 15 dicembre rischia di scomparire nel fiume delle notizie che danno conto dei disastri ambientali che, anche solo in Italia, fanno numerose vittime. Le 204 famiglie che hanno dovuto lasciare la casa dopo il sisma sanno che rischiano di passare all’ultimo posto tra le priorità nazionali, ma non ci stanno. Venerdì scorso la tensostruttura installata accanto all’oratorio e alla chiesa di San Biagio della Valle lesionati dal sisma, era affollata di gente che aveva raccolto l’invito dei comitati di Spina e San Biagio. Erano lì per denunciare il “silenzio assordante” calato sulla loro sorte, ha detto Lorenzo Berti esprimendo la paura che è di tutti i terremotati: “non si rientrerà prima di dieci anni”. I 15 milioni di euro per la ricostruzione previsti nella bozza dell’ordinanza del Governo sono, ha aggiunto Berti, “uno schiaffo alla gente che vuole ricominciare a vivere e a coloro che hanno lavorato nell’immediato con solidarietà”. La protesta dei terremotatiHanno promesso azioni di protesta finchè Regione e Governo non si metteranno d’accordo sull’ordinanza che consentirà di avviare la ricostruzione ed hanno diffuso un documento con le loro richieste: che l’ordinanza del Governo ricalchi l’ordinanza 61 del 1997 per la cosiddetta ‘ricostruzione leggera’; che sia prorogato il lavoro dei Vigili del fuoco e la presenza in loco delle squadre Enel, gas, acqua. Chiedono che l’ordinanza arrivi entro il 15 marzo, perché a tre mesi dal sisma vogliono sapere se, come e quando potranno ricostruire. Mercoledì hanno manifestato davanti alla Prefettura di Perugia, e faranno assemblee pubbliche ogni settimana, a cominciare da venerdì 5 marzo al Kiko di Spina. Volevano parlare con i politici. C’erano il sindaco di Marsciano Alfio Todini, il senatore Domenico Benedetti Valentini, Pdl, L’assessore provinciale Giuliano Granocchia, Pd, e la candidata del Pd alla presidenza della Regione Catiuscia Marini. “Non vogliamo diventare un territorio che apre cantieri senza sapere quando potrà chiuderli!” ha detto il sindaco Todini. L’ordinanza del disaccordoTodini ha fatto il punto sulla trattativa in corso per la definizione dell’Ordinanza della Presidenza del Consiglio dei Ministri in materia di Protezione civile che la legge prevede sia concordata con la Regione interessata. La Regione è in attesa della risposta alle osservazioni formulate sulla seconda bozza dell’ordinanza nella quale il Governo ha accolto alcune richieste, tra cui la definizione di Piano Integrato di recupero per Spina. Non è stato accolto, però, ha detto Todini, il concetto di ‘miglioramento sismico’ per gli interventi della ricostruzione limitandosi al ‘ripristino’ ovvero ad interventi che costano meno ma non migliorano la resistenza degli edifici a futuri eventi sismici. Non è stata accolta la definizione di ‘edifici’ in sostituzione di ‘unità immobiliari’ che, secondo la Regione non ricomprenderebbe tetto e scale. Finanziamenti: non tutti subito“Ma la cosa più grave, e non seria – ha detto Todini – è che lo stanziamento previsto resta a 15 milioni di euro pur avendo accolto richieste come quella del Pir di Spina, che fanno aumentare il costo”. A fronte di una stima di danni di 351 milioni di euro, comprensiva dei costi della ricostruzione (286 milioni per l’edilizia privata) e di quanto già speso la richiesta della Regione è di avere la certezza dei contributi, anche se non tutti subito. “Al Governo chiediamo un atto di programmazione che ‘spalmi’ i finanziamenti su 10 – 15 anni coprendo le rate di mutuo che la Regione può prendere per anticipare i soldi”. Anticipano Regione e ComuniIntanto, spiega l’ing. Sandro Costantini dirigente della Protezione Civile della Regione, i Comuni di Marsciano, Perugia, Collazzone, Piegaro e Deruta stanno anticipando anche i soldi per i contributi di autonoma sistemazione, in media 600 euro al mese per famiglia assegnati con procedura identica a quella adottata a L’Aquila. La Regione ha stanziato 350mila euro per coprire le spese dei Comuni e rispondere alle esigenze più urgenti, in attesa dei fondi del Governo. Per le scuole inagibili di Spina e San Biagio della Valle (attualmente i bambini vanno a lezione in edifici non adeguati o con doppi turni) è in corso la procedura per il noleggio di due plessi scolastici, per due anni, con possibilità di riscatto finale, mentre alla scuola di Cerqueto è destinata la struttura di Colfiorito, dopo i lavori di manutenzione, gli stessi che sono in corso per le strutture prefabbricate destinate alle attività commericali di Spina e dovrebbero essere pronte entro il mese. Chiese e beni culturaliUn discorso a parte andrà fatto per le chiese, canoniche e campanili danneggiati in gran numero e dei quali si è occupata la Regione in collaborazione con la Soprintendenza per i beni culturali dell’Umbria. Solo per essi la stima è di 15 milioni di euro di danni. la situazione La scossa registrata il 15 dicembre 2009 alle 14.11è stata di magnitudo compresa tra 4.2 e 4.5 a profondità di 9,2 chilometri, con epicentro a San Biagio della Valle, frazione del Comune di Marsciano. Famiglie evacuate: 204 per un totale di 511 persone (di cui 175 famiglie per 440 persone nel solo comune di Marsciano). Comuni interessati dal sisma (frazioni limitrofe alla zona dell’epicentro): Marsciano con le frazioni di Spina, San Biagio della Valle, Castiglione della Valle, Sant’Apollinare; Perugia, Fratta Todina, Panicale, Piegaro, Torgiano, Montecastello Vibio, San Venanzo, Deruta, Magione. Scuole inagibili: completamente sgomberate la materna ed elementare di Spina, le elementari di San Biagio della Valle, Schiavo, Papiano, Sant’Enea e Agello; parzialmente inagibili le elementari di Mugnano e Collepepe, la scuola media di Deruta e la materna di Castiglione della Valle. Stima totale dei danni (per l’emergenza e la ricostruzione): 351milioni di euro. (Fonte: Protezione civile Regione Umbria)

AUTORE: Maria Rita Valli