Sembra paradossale che avvengano fatti completamente opposti e contrastanti nello stesso periodo di storia. Ce ne accorgiamo perché avvengono sotto i nostri occhi, ma molto probabilmente è sempre stato così. Solo che la narrazione storica ha raccontato volta a volta l’una o l’altra vicenda. Mi riferisco, da una parte, alla crisi finanziaria che attraversa le nazioni sviluppate (le altre sono in crisi permanente) con il suo strascico di povertà e sofferenze che colpiscono le vittime dei fallimenti delle banche e con l’amara delusione degli economisti e teorici della grande finanza sui quali è caduto il discredito; dall’altra parte mi riferisco al trionfo, almeno esteriore, della Bibbia. In questa settimana si sta svolgendo la straordinaria iniziativa della lettura giorno e notte della Bibbia dalla Genesi all’Apocalisse. Una lettura ininterrotta, come un rito di massa che dura nel tempo e si dipana negli strati della popolazione goccia a goccia parola per parola attraverso i 1300 lettori appartenenti ad ogni strato sociale e culturale, ad ogni età e condizione. Dal Papa al pastore protestante al metropolita ortodosso, all’ebreo e al musulmano. Hanno letto politici e attori, donne e uomini giovani e vecchi, famosi e gente anonima, e nessuno ha disdegnato di leggere anche testi antichi, difficili da capire e duri da accettare per una mentalità moderna. I versetti del testo biblico hanno riecheggiato prima nello spazio sacro della chiesa di santa Croce in Gerusalemme di Roma e poi attraverso la televisione (RaiEdu, sul satellite) e internet in giro per il mondo senza una meta precisa alla ricerca di anime disposte all’ascolto e all’accoglienza di una parola che i credenti scrivono con la maiuscola, la Parola. Nello stesso periodo la Parola è stata messa al centro dell’assemblea sinodale dei vescovi cattolici provenienti da tutto il mondo, comprese le nazioni dagli americani chiamate ‘nazioni canaglia’ o quelle considerate di rango inferiore per cultura e situazione economica e sociale, e i vescovi provenienti dalle nazioni prime in classifica per tenore di vita e, magari, anche per tasso di disperazione e suicidi. Questi due contemporanei avvenimenti mettono uno di fronte all’altra, faccia a faccia, il denaro e la Parola. Potremmo scrivere anche il primo con la maiuscola, trattandosi di una divinità, non in sé ma nella considerazione dei suoi iniziati e che il Vangelo chiama Mammona. Non ha mancato di rilevare questa corrispondenza di opposti Benedetto XVI quando ha detto che la ricchezza in apparenza sembra la vera realtà, visibile, concreta e la Parola sembra una cosa evanescente e astratta. È vero il contrario – egli afferma – la ricchezza non è niente, scompare, è una cosa di secondo piano, mentre la vera realtà, la roccia su cui si può fondare l’esistenza umana, singola e della società, è la Parola di Dio che rimane per sempre. E tuttavia sono più numerosi quelli che seguono il richiamo della ricchezza che luccica agli occhi con mille riflessi, mentre ascoltare richiede controllo, attenzione e silenzio. Inoltre, la Parola può suscitare paura, perché mette in discussione idee consolidate e scelte di vita. Ma questo appartiene all’indole profonda della persona umana e la rende capace di ritrovarsi e riconsegnarsi alla verità e alla vita, come una lampada che illumina i passi del pellegrino nella notte.
La Parola e Mammona
Editoriale
AUTORE:
Elio Bromuri