La Parola di Dio offre una “logica” alla Città dell’uomo

DIOCESI. Lezione inaugurale del Vescovo per la scuola socio-politica “Toniolo”
L’incontro con mons. Sorrentino
L’incontro con mons. Sorrentino

È stato mons. Domenico Sorrentino a tenere, ai numerosi iscritti presenti, la prima lezione del ciclo inaugurale della Scuola di formazione socio-politica diocesana “Giuseppe Toniolo”. Scuola che, all’insegna del motto “Il logos genera la polis”, intende cogliere la ragione strutturale del vivere sociale nella “potenza organizzatrice” della Buona Notizia.

La scuola, come ha sottolineato il direttore, don Giovanni Raia, va compresa nella logica di un bisogno interiore, “identitativo” dell’essere cristiano, che si fonda sul fatto che Dio ha tanto amato il mondo da donare il suo Figlio unigenito. Se tanto ha osato il Padre in Cristo, non possono esautorarsi da questo compito i credenti in Cristo.

Nel suo intervento, con entusiasmo e acutezza, il Vescovo della città serafica ha sottolineato alcuni aspetti della dottrina sociale della Chiesa, basilari per l’intero percorso formativo (antropologia, storia dell’insegnamento sociale della Chiesa, principi fondamentali), mostrando la necessità di un recupero del fondamento e il bisogno di solidi punti di riferimento che la politica non sembra più in grado di offrire. Mons. Sorrentino ha poi sottolineato che la politica per poter ritrovare un’anima, per poter assolvere il suo compito, deve necessariamente basarsi su un logos, espressione di una Verità che, per i cristiani, si identifica con il Cristo, logos (logica, pensiero, verità, bellezza) del Padre e garante di una autentica “logica” nella costruzione della stessa società civile. In un dialogo con tutti gli uomini di buona volontà, anche non-credenti, con un’offerta di senso rispettosa delle idee altrui, ma anche decisamente critica di logiche tese a livellare nella debolezza del relativo la forza della verità dalle salde fondamenta.

Due figure particolarmente significative ha infine evocato mons. Sorrentino: il beato Ludovico da Casoria e il beato Giuseppe Toniolo. Il primo per la sua testimonianza di azione caritativa nei riguardi dei membri deboli della società (azione che diventa espressione di civiltà). In tal senso la scelta di tenere le lezioni presso l’Istituto Serafico di Assisi dice la volontà di continuare nella linea dell’intuizione di questo autentico “attivista” sociale. Il secondo perché fu uno dei principali promotori dell’impegno sociale e politico dei cattolici, e precursore di un “pensare” economico bisognoso di animazione etica per evitare di essere causa di distruzione di ogni umanesimo e, paradossalmente, anche incapace di una vera progressione economica.

Il “profitto per il profitto” ha mostrato – ed oggi dobbiamo onestamente riconoscerlo – tutta la sua debolezza, anche attraverso i “mostri” che ha generato. Ma soprattutto ha finito con il calpestare la dignità dell’uomo, unico essere che Dio ha voluto per se stesso. La scelta di intitolare al Toniolo la nostra scuola vuole esprimere la nostra “passione” per colui che è stato fatto ad “immagine e somiglianza”.

AUTORE: P. G. R.