Alcune centinaia di preti delle otto diocesi umbre, con i rispettivi vescovi, hanno partecipato alla giornata di spiritualità presbiterale che ogni anno si tiene nel santuario dell’Amore Misericordioso a Collevalenza. Iniziata con la preghiera comune, la mattinata è proseguita con la relazione di mons. Vincenzo Paglia, vescovo di Terni – Narni – Amelia e presidente dell’Associazione biblica italiana. Tema della relazione: la Bibbia e la sua lettura, sulla base dei dati dell’indagine condotta dall’Eurisko nel gennaio di quest’anno. Alle 12 la celebrazione eucaristica presieduta da mons. Giuseppe Chiaretti ha segnato l’inizio dell’Anno sacerdotale in regione. Questo Anno, ha ricordato Chiaretti, è stato ‘indetto da Papa Benedetto XVI a ricordare i 150 anni della morte del santo Curato d’Ars, inviato nel secolo dei Lumi a testimoniare, perdonando e assolvendo, la misericordia immensa di Dio e ad offrire l’esempio d’un ascolto mite e sapiente, che si trasformava in perdono e riconciliazione’. Il presidente della Conferenza episcopale umbra ha ricordato anche la lettera pastorale dei vescovi Preti per l’Umbria d’oggi e l’avvio del processo di beatificazione di don Andrea Bonifazi. ‘È in questa cornice celebrativa che dobbiamo rileggere il nostro sacerdozio’ ha detto, invitando a riprendere in mano la lettera, nella quale i preti sono definiti ‘con le immagini bibliche di pastore e pescatore’. ‘Pastori non onnipresenti e tuttofare, ma persone che ‘sappiano valorizzare la ricchezza dei carismi e dei ministeri presenti nel popolo di Dio, più dedicati alla formazione e alla cura spirituale dei laici impegnati che a rivendicare preminenze e omaggi. ‘Pescatori di uomini’ pieni di nuovo slancio missionario, insieme con i loro laici, coraggiosi ed inventivi amministratori del Vangelo’. Mons. Chiaretti ha quindi richiamato il contesto di nuova evangelizzazione nel quale si inserisce anche questo Anno sacerdotale. ‘In questo contesto di nuova evangelizzazione – ha aggiunto – si colloca la riflessione fatta da mons. Vincenzo Paglia sulla Parola di Dio, da recuperare in pienezza perché da essa viene a noi la fede’. L’indagine sulla lettura della Bibbia in Italia e nella nostra regione è stata presentata al clero umbro e commentata da mons. Vincenzo Paglia a Collevalenza, nella giornata sacerdotale del 18 giugno. Lo abbiamo intervistato. Mons. Paglia, quando si parla di Bibbia si dice che è parola di Dio, pur essendo un testo scritto da uomini. Anche qui a Collevalenza è riemersa la domanda: dove finisce la parola di Dio e dove inizia la parola dell’uomo? ‘La Bibbia è un’insieme di libri dove si incontrano e si incrociano la parola di Dio e la parola dell’uomo, o meglio, la Bibbia è questa doppia ricerca. Chi apre le Scritture si accorge di Dio che va in cerca dell’uomo e questo fin dalla creazione, quando Dio parla e crea perché ama, e quella stessa parola poi dopo vari secoli si incarna per abitare, per incontrare gli uomini. Nello stesso tempo tutte le Scritture sono intessute di personaggi, di uomini, di donne che sono alla ricerca di Dio. È questo singolare incrocio che fa di questo libro santo la parola d’amore di Dio al suo amato, che non è una persona ma è il mondo intero attraverso il popolo d’Israele e poi anche la Chiesa. Ecco, frequentare la Bibbia significa immergersi in un dialogo che allarga il cuore e che alla fine porta alla salvezza’. Tutti possono leggerla? Non è troppo difficile? ‘Il Signore ha ispirato queste parole sante non per qualcuno ma per tutti. Anzi, io parlerei del diritto di ogni uomo ad avere la Bibbia e, quindi, del dovere di chi l’ha ricevuta in maniera privilegiata, per grazia, quindi la Chiesa, di darla a tutti sino ai confini della terra’. Per i poveri costa comprarla ”La Bibbia non si vende. La Parola di Dio si dà gratuitamente, perché gratuitamente l’abbiamo ricevuta, gratuitamente dobbiamo darla. È un compito che abbiamo spesso dimenticato: primo perché non la leggiamo, e secondo perché non la distribuiamo, non la comunichiamo. Ma la missione fondamentale della Chiesa o, se volete, la finale di tutti i Vangeli, è ascoltare religiosamente questa Parola e fedelmente proclamarla fino ai confini della terra’. C’è interesse per il Libro sacro? ‘Da una recente inchiesta risulta che la stragrande maggioranza della gente, non dei credenti, ma di tutta la gente, si aspetta parole grandi dalla Bibbia e la rispetta con enorme attenzione, e vorrebbe che si spiegasse nelle scuole. Questo fatto è come una grande domanda e spetta ai noi cristiani di spiegarla. La sola Scrittura non basta, c’è bisogno di una comunità che l’ascolti, che la viva, e che la comunichi. Questo dato dell’inchiesta è piuttosto singolare perché ci fa capire che se noi andassimo incontro ai nostri fratelli /sorelle della nostra regione Umbria con la Bibbia in mano, troveremmo le porte già aperte, perché la Bibbia è attesa, è una Parola che facilmente apre le porte dei cuori’. Studiare la Bibbia, leggere la Bibbia, significa chiudersi in sacrestia, oppure ha a che fare con la ‘politica’ intesa nel senso nobile del termine? ‘Credo che sia indispensabile, e dopo il Concilio Vaticano II è ancora più evidente, che la Parola di Dio riprenda l’egemonia ovvero il primato su tutta la vita dei cristiani. È un primato che deve coinvolgere vescovi, clero, fedeli, teologi, politici, amministratori, responsabili della finanza, responsabili, dell’educazione, genitori, maestri e coloro che si occupano della vita del pianeta, proprio perché dalla Bibbia sgorga una sapienza umana che altrove è molto rara. Ecco perchè chi ascolta la Bibbia, chi si lascia guidare dalle parole della Scrittura sarà certamente un credente migliore, o un vescovo migliore, o un prete migliore, un politico migliore, un genitore migliore, un professore migliore, proprio perché quelle parole hanno almeno tremila anni di sapienza spirituale e umana’. Tutta la Bibbia? ‘Faccio un solo esempio, i Salmi. Non c’è situazione di vita che non sia contemplata. Come non pregare con i Salmi!? O i Vangeli, nei quali c’è l’essenza della creazione, che è l’amore. Ecco perché io credo che sia indispensabile riprendere a pregare con la Bibbia. Purtroppo non siamo abituati, le nostre preghiere sono piene di parole nostre, che non è che stancano il Signore, perchè il Signore non si stanca, ma a volte, probabilmente, lo ingolfano di parole. Prendiamo la Bibbia, lì il Signore ci ha prestato le parole per rivolgerci a Lui e le ascolterà, senza nessun dubbio’.
La Parola che tutti attendono
Giornata di Spiritualità del clero umbro a Collevalenza. A tema la Bibbia. Con la preghiera iniziato l'Anno sacerdotale
AUTORE:
Maria Rita Valli (ha collaborato Claudia Tordini)