Una simpatica letterina di un carissimo lettore che per fatti suoi desidera rimanere anonimo (pag.2) commenta in modo arguto la denuncia per istigazione alla violenza fatta da parte di una associazione contro l’ex allenatore dell’Inter per aver detto, dopo l’ennesima sconfitta della sua squadra, che si dovevano prendere “a calci nel sedere” i giocatori.Ci è venuto in mente che oggi si fa sempre più ricorso alla condanna di comportamenti, in sé condannabili, evidentemente, ma piuttosto secondari rispetto a forme di corruzione molto più gravi. Anche la denuncia pubblica fatta da Gad Lerner del foglietto con il nome del raccomandato datogli dal garante (garante) delle trasmissioni televisive, se le cose stanno come ci è stato raccontato, ci sembra rientri in questo ambito. Se non ci inganniamo, questo modo di fare, senza allusione diretta a nessuno in particolare, può essere qualificato come l’additare la classica pagliuzza che ognuno pensa di intravvedere nell’occhio dell’altro, di cui parla il vangelo. Un esercizio che viene fatto tra le persone e anche tra gruppi di popolazione, o tra popoli e culture. Quando si dice di alcuni che sono barbari o incivili, o violenti. In questo senso anche l’Europa o gli Usa quando rivendicano la loro superiorità nei confronti di altri popoli e culture, considerati inferiori, o quando si giudicano periodi storici, quali il medioevo rispetto ai tempi moderni o le “colpe” della Chiesa rispetto alle glorie laiche risorgimentali o rivoluzionarie e, naturalmente, anche viceversa. Insomma nessuno che pensi alla trave che ha nel suo occhio. Ognuno, come soggetto personale e soprattutto come soggetto collettivo, potrebbe fare un elenco di colpe di cui prima di ogni altra cosa dovrebbe emendarsi. Chi è senza peccato scagli la prima pietra. Si pensi agli schiamazzi dei politici e al grido scandalizzato che un polo getta sulla faccia dell’altro, o un partito sull’altro o un pezzo di un partito sull’altro pezzo (vedi il caso regionale Prc -Pdci). Talvolta vengono interpretate come delitti delle valutazioni, scelte o prese di posizione del tutto opinabili, per le quali anziché l’aggressività pronta a condannare si dovrebbe usare un dibattito civile su dati oggettivi e prove concrete. Ciò è possibile quando si ricerca la verità delle cose e un giudizio oggettivo sui fatti con serenità e distacco, sulla base di criteri morali fondati e condivisi. Purtroppo, seguendo da una parte la pagina evangelica e dall’altra le pagine dei giornali, mi viene in mente un’ulteriore immagine, quella della macina da mulino, che si dovrebbe mettere al collo chi scandalizza uno qualsiasi dei tanti piccoli che sono nel mondo. La pedofilia non è soltanto un reato, è un peccato contro Dio, contro la persona più preziosa, delicata e innocente che è quella di un bambino, un delitto contro l’umanità. Tra i pedofili ci saranno pure dei malati, anche se psicologi di fama hanno dichiarato capaci di intendere e volere persone che avevano provocato violenza e morte su bambini. Si deve dire che la pedofilia è vizio. A queste depravazioni si arriva anche perché nella cultura attuale si è fatto un mito della trasgressione come espressione di libertà, che in alcuni casi estremi (le tre ragazze che hanno ucciso la suora) viene cercata con riti satanici. Il processo che porta a queste conseguenze parte da lontano: si è scardinato il concetto di normalità, di natura umana, di leggi universali, di moralità privata e di etica pubblica. L’educazione morale è stata giudicata come una forma di inibizione e di freno psicologico dello sviluppo della personalità. Ciò può essere vero e verificabile in casi di moralismo ipocrita (quello della pagliuzza e della trave) imposto con una violenta metodologia pedagogica che ha provocato immani sofferenze. Ma se si segue questa logica peraltro dominante anche a livello di educatori e di alcuni politici porterà al degrado dell’intera società. Altro che civiltà europea da contrapporre ad altre culture e civiltà! Un appello quindi dovrebbe essere fatto all’Europa civile e responsabile, perché tuteli i valori sui quali poggia il suo futuro. Quando questi sono stati abbandonati hanno prodotto le mostruosità che tutti conosciamo.
La pagliuzza, la trave e il macigno
AUTORE:
Elio Bromuri