Già nell’edizione del 2003 la Commissione Giustizia e pace della Conferenza episcopale umbra e la Tavola della pace hanno collaborato per l’organizzazione dell’Assemblea dell’Onu dei Popoli e della Marcia della pace (tra l’altro pervenne il messaggio autografo del Papa e una rappresentanza della Tavola della pace fu ricevuta in udienza da Giovanni Paolo II il 5 novembre 2003). Più stretto ed organico è stato in questi ultimi mesi, il lavoro di impostazione ed organizzazione dell’edizione 2005 che culminerà nella Marcia della pace Perugia ‘ Assisi di domenica 11 settembre. Una Marcia per la giustizia e la pace. Un’occasione unica per la società civile mondiale, alla vigilia del vertice dei capi di Stato di tutto il mondo che si terrà a New York dal 14 al 17 settembre, per proporre la messa al bando della guerra e della miseria e per richiedere il rafforzamento e la democratizzazione dell’Onu. L’impegno comune, però, della Tavola della pace e della Commissione regionale Giustizia e pace non si ferma agli eventi, pur importanti, dell’Assemblea dell’Onu dei Popoli e della Marcia. Già in un documento del dicembre 2003, intitolato ‘L’Umbria e la pace’, – presentato in occasione del convegno tenuto a Perugia il 25 febbraio scorso – hanno motivato le ragioni della loro collaborazione e fissato alcuni obiettivi prioritari. Una collaborazione proficua, attenta e rispettosa, che è cresciuta negli anni, rafforzata dalla comune consapevolezza del compito speciale che l’Umbria ha nel promuovere la pace. La pace infatti è un edificio sempre in costruzione, come testimoniato dal sempre amato e venerato Giovanni Paolo II che per ben sei volte è venuto ad Assisi. Tre volte per pregare insieme ai rappresentanti di tutte le religioni ed affermare l’unità della famiglia umana: il 27 ottobre 1986, in un mondo ancora diviso in blocchi contrapposti, in occasione dell’anno internazionale della pace; nel 1992 durante la guerra nei Balcani e nel 2002 dopo il tragico 11 settembre per ribadire ‘mai più guerra, mai più violenza, mai più terrorismo’. L’Umbria può e deve fare la sua parte nell’opera di educazione alla pace, nel cooperare con le nazioni per combattere la miseria, la povertà, nel promuovere l’incontro e il dialogo tra le religioni, tenendo vivo lo ‘Spirito di Assisi’ che significa non più gli uni contro gli altri ma gli uni con gli altri. Educare alla pace, rendere consapevoli gli umbri (specialmente i giovani) di come stanno le cose, mettere in campo azioni concertate di cooperazione internazionale responsabilizzando la comunità regionale: questo è urgente per la pace. Nel documento ‘Umbria e la pace’ la Consulta regionale e la Tavola della pace hanno avanzato riflessioni e proposte concrete, come il progetto ‘La mia scuola per la pace’ rivolto alle scuole di ogni ordine e grado della regione e l’istituzione a Perugia dell’Università europea della pace, a testimonianza della volontà di operare insieme per la promozione di un’autentica cultura di pace che deve diventare uno degli obiettivi primari per l’Umbria e per un rinnovato impegno di solidarietà e di cooperazione internazionale.
La pace: un edificio sempre in costruzione
AUTORE:
Cav. Pasquale Caracciolo