“Le presenze a Perugia sono state circa 40 mila, con un aumento di quasi il 20% rispetto alla precedente. Tra spettacoli prodotti e ospitati, abbiamo raggiunto oltre 115 mila presenze. Il pubblico ha dimostrato di aver apprezzato la qualità delle singole proposte e la stagione nell’insieme”. A dirlo, Nino Marino, direttore del Teatro stabile dell’Umbria (Tsu) e del teatro Morlacchi, la cui nuova stagione è stata presentata nei giorni scorsi da Brunello Cucinelli.
Una stagione variegata, dalla danza ai classici, fino alle nuove esperienze artistiche…
“Il Morlacchi ha una programmazione rivolta a tutta la città. Il filo rosso è il desiderio di presentare le più significative esperienze nazionali e internazionali, dando voce a realtà e linguaggi diversi. Lo scopo è stimolare un dibattito socio-culturale in dialogo con il pubblico e tra il pubblico”.
Anche per questa stagione non sono mancati riconoscimenti alle produzioni del Tsu, come Zio Vanja e La locandiera
“Le produzioni del Tsu rappresentano il nostro biglietto da visita, la nostra storia e identità artistica. Spettacoli creati in Umbria, poi presentati nei più prestigiosi teatri italiani. Il nostro teatro negli anni ha contribuito alla crescita di tutto il teatro italiano. È importante, in un continuo rinnovamento di forme e linguaggi, mantenere un’autenticità identitaria e una proposta artistica di livello”.
Prossima stagione alle porte. Quale sarà il filo rosso?
“La ‘Parola’, come ricerca di autori contemporanei, scritture originali, adattamenti di grandi romanzi e autori del passato visti con lo sguardo dei protagonisti del teatro di oggi. Anche nella danza, il movimento non sostituisce la parola, ma è esso stesso parola”.
Cosa dobbiamo aspettarci? A parte il debutto al Festival dei Due mondi del Giardino dei ciliegi a conclusione della trilogia dedicata a Čechov…
“A Solomeo ha debuttato Eretici di Matthias Martelli, con un riscontro di pubblico positivo. Al Festival di Spoleto debutterà anche in prima nazionale La morte a Venezia di Liv Ferracchiati, ispirato all’opera di Thomas Mann; sarà riproposto Una relazione per un’accademia di Franz Kafka, per la regia di Luca Marinelli. Completano il nostro progetto artistico Seconda classe di Controcanto collettivo e Tourist trap, coproduzione internazionale per la regia di Thom Luz, uno dei più importanti registi del teatro musicale europeo”.
Si rimprovera qualcosa?
“Le scelte fatte sono nate dal desiderio di dialogare con tutto il pubblico. Non credo nella classificazione dei generi, ma nello spettatore che si siede e vive la propria personale esperienza. Il teatro è un bene universale, la sua forza è nell’incontro con il pubblico nella sua totalità e diversità”.
La rassegna del ridotto, con lo spettatore direttamente sul palcoscenico, piace…
“Ospita e condivide nuove esperienze che privilegiano un rapporto intimo. Sono spettacoli che integrano e completano la stagione. Ed è un’occasione per quegli autori che, adottando determinate soluzioni drammaturgiche e registiche, non troverebbero un’adeguata collocazione su palcoscenici di grandi dimensioni. La risposta ci sembra positiva”.
Quali attenzioni richiede la gestione di un teatro come il Morlacchi?
“È un teatro del ’700, monumento storico, meta turistica. La sala, con le sue stoffe preziose e decorazioni dorate richiede una manutenzione ordinaria quotidiana. Ci sono gli interventi straordinari come quello del 2018-2019, grazie al contributo di Brunello Cucinelli, che ha permesso la sostituzione delle poltrone della platea e delle tavole del palcoscenico, la ristrutturazione dei camerini, il rifacimento del tetto, l’adeguamento dell’impianto antincendio, l’intervento sul muro portante in fondo al palcoscenico con le nuove norme antisismiche. Poi l’intervento per il restauro del sipario storico. Il suo inserimento nei monumenti nazionali potrebbe risultare decisivo per quello che è considerato dagli addetti ai lavori uno dei teatri all’italiana più belli d’Italia”.
Qualcuno auspica la stagione della lirica al Morlacchi, originariamente pensato proprio per questo.
“Il Tsu in 40 anni di attività si occupa della diffusione della prosa e della danza e ha costruito un pubblico tramite un’esperienza unica nel panorama nazionale. Esiste il Teatro lirico sperimentale di Spoleto che ha una sua storia ed è riconosciuto dal ministero della Cultura. La lirica è di competenza dei teatri lirici e le produzioni, per il numero di artisti coinvolti e per l’imponenza delle scenografie, non vanno in tournée, ma sono presentati nei teatri in cui nascono”.
Rosaria Parrilla