Lode di ringraziamento per i frutti preziosi portati dal Cammino neocatecumenale in trent’anni di vita’ e importanza della ‘stesura normativa statutaria, in vista di un suo formale riconoscimento giuridico’. Due aspetti rilevati dal Papa nel messaggio reso pubblico il 17 giugno e indirizzato al card. James Francis Stafford, presidente del Pontificio consiglio per i laici, sui nuovi statuti del Cammino neocatecumenale. Nel messaggio il Papa si sofferma sull’importanza degli statuti dai quali – scrive – ‘dipende l’esistenza stessa del Cammino’. E parla di ‘fase nuova’, ‘decisiva per l’avvenire’. È il ‘via libera’ del Vaticano: approvato lo statuto del Cammino iniziato da Hernandez e Arguello. D’ora in poi sarà ‘al servizio dei vescovi per la catechesi’, un ‘itinerario di formazione cattolica, valida per la società e per i tempi odierni’. È questa la natura del Cammino neocatecumenale, così come è riconosciuta dal primo articolo dello Statuto approvato dalla Santa Sede, al termine di un lavoro durato cinque anni. ‘Oggi inizia una nuova tappa nella vostra storia ‘ ha detto il cardinale Stafford ‘ in cui i rapporti con la Sede di Pietro si fanno più stretti’. Perciò, ha aggiunto il porporato, ‘nel pieno rispetto della vostra identità ecclesiale e dei vostri modi apostolici propri, è necessario che lavoriate sempre in piena sintonia con il Vicario di Cristo, come pure con i singoli vescovi diocesani, in qualità di pastori delle Chiese locali: questa è la garanzia dell’autenticità del vostro impegno al servizio della Chiesa universale’. La stessa esigenza viene ribadita anche nel testo dello Statuto, che si compone di 35 articoli, divisi in sei titoli. Il primo dedicato alla natura e attuazione del Cammino. Gli altri quattro ad ognuno dei ‘beni spirituali’ di cui consta il Cammino stesso: il catecumenato post-battesimale, l’educazione permanente alla fede, il catecumenato battesimale e il servizio della catechesi. Il sesto e ultimo all’équipe responsabile internazionale. ‘Il Cammino neocatecumenale ‘ si legge all’articolo 1 ‘ è al servizio dei vescovi come una modalità di attuazione diocesana dell’iniziazione cristiana e dell’educazione permanente della fede, secondo le indicazioni Concilio Vaticano II e del Magistero della Chiesa’. Nell’articolo 2 si stabilisce che ‘il Cammino neocatecumenale si attua nelle diocesi: sotto la direzione del vescovo diocesano e con la guida dell’équipe responsabile internazionale o dell’équipe responsabile delegata; secondo le linee proposte dagli iniziatori’ contenute nello Statuto e nel Direttorio catechistico, che è a sua volta in fase di approvazione. Questo, anzi, come ha sottolineato il cardinale Stafford, ‘sarà il prossimo passo da fare’. Un passo in cui ‘il Pontificio consiglio per i laici vi sarà vicino’ e ‘vi accompagnerà con sollecitudine’ Lo Statuto, invece, come vuole la regola canonica, è stato approvato ad experimentum per cinque anni. Trascorsi i quali, e alla luce dell’esperienza acquisita, verrà richiesta al Pontificio consiglio per i laici una ulteriore conferma. Il Cammino neocatecumenale, sorto in Spagna nel 1964 per iniziativa di Kiko Arguello e Carmen Hernandez, è diffuso in 105 Paesi. I dati diffusi parlano di 16.700 comunità, presenti in circa 5 mila parrocchie di 880 diocesi. Fra queste, oltre 8 mila sono in Europa, 7.300 nelle Americhe, circa 800 in Asia e Australia e 600 in Africa. Attualmente, inoltre, nei 46 seminari Redemptoris Mater – definiti ‘diocesani missionari’ – che il Cammino ha aiutato ad aprire (32 dei quali sono già stati eretti canonicamente) studiano 1.500 seminaristi. E dagli stessi seminari sono finora usciti 731 sacerdoti, mentre circa 4 mila ragazze provenienti dalle Comunità hanno scelto la vita religiosa.