L’Associazione medici cattolici (Amci), il Forum delle Famiglie ed altre associazione locali hanno recentemente organizzato a Perugia una tavola rotonda sull’obiezione di coscienza, un argomento di cui si parla poco o forse troppo, e talvolta a sproposito, poiché l’obiezione è inserita in molteplici rivoli della vasta area della bioetica. Sono quattro i casi di obiezione di coscienza riconosciuti dalla nostra legislazione. Il primo, il più antico, consiste nel rifiuto di compiere il servizio militare (legge 772/72), prima sostituito dal servizio civile ed oggi privo di efficacia per la sospensione della proscrizione obbligatoria. L’altro caso riguarda il rifiuto di praticare la vivisezione sugli animali da esperimento (legge 413/93). La terza condizione – quella di maggior rilievo – si riferisce alla non accettazione di interrompere la gravidanza entro il primo trimestre di gestazione (legge 194/78). La quarta condizione, piuttosto controversa, è correlata alla legge 40/2004, quella sulla fecondazione assistita che garantisce, nell’art. 16, l’obiezione di coscienza del medico davanti all’applicazione delle tecniche di procreazione assistita o alla manipolazione dell’embrione in provetta. Facendo astrazione dalle due prime condizioni, la tavola rotonda si è concentrata sulla puntualizzazione dell’obiezione di coscienza nella professione sanitaria, relativa essenzialmente alla legge 194 sull’aborto e alla legge 40 sulla procreazione assistita. A questo incontro sono stati invitati alcuni politici, perché sono loro che confezionano le leggi. I tempi ci dicono, per esempio, che la legge 194/78 può essere modificata per effetto delle nuove conoscenze scientifiche (un feto alla 23a settimana può essere rianimato e fatto vivere), ma anche come conseguenza della marea montante del neo-laicismo che vorrebbe da una parte togliere l’obiezione di coscienza dalla medesima legge, e dall’altra stenta a riconoscere funzioni vecchie e nuove dei consultori. Ancora un interrogativo: la legge 40, che contempla l’obiezione di coscienza davanti alla manipolazione dell’embrione in provetta, può essere estesa alla prescrizione di Norlevo e Levonelle, cioè alla pillola del giorno dopo, che manipola l’embrione in vivo e non più in provetta? Le applicazioni dell’obiezione di coscienza si estendono ancora ad altri ambiti. Due per tutti: eutanasia e testamento biologico. È vero che per queste due condizioni non è prevista obiezione, ma solo perché non ci sono leggi che le contemplino e le regolino in modo specifico. Ma se queste leggi saranno varate per mano dei politici (speriamo non tutti), l’obiezione a somministrare la morte sarà operativa per il sanitario? Abbiamo girato questi interrogativi spesso angoscianti ai relatori, per conoscere il loro punto di vista su tematiche che, prima di essere etiche, coinvolgono la scienza e il diritto. Luisa Santolini, deputato e membro della commissione Sanità alla Camera, ha tracciato il significato che l’obiezione di coscienza ha nella legge 194/78 e nella legge 40/2004, sottolineando che l’obiezione è un atto di civiltà e di libertà per tutti, a prescindere dalla propria visione del mondo, proprio perché è a favore della vita. Antonio Perelli, funzionario dell’assessorato alla Sanità della Regione Umbria, sulla scorta della sollecitazione di Simone Pillon, presidente regionale del Forum delle famiglie, sulla tematica dell’obiezione di coscienza del farmacista nel dispensare la pillola del giorno dopo, trascurata dalle istituzioni regionali, ha dato assicurazione che la Regione farà proprio l’indirizzo del Comitato nazionale di bioetica, che rende operativa l’obiezione di coscienza per i medici che si astengono dalla prescrizione di Norlevo e Levonelle, e per i farmacisti che non dispensano il prodotto. Sulla diffusione di questi sostanze si è soffermato il consigliere regionale Enrico Sebastiani che, dati alla mano, ha rilevato come la vendita della pillola del giorno dopo sia più diffusa in Umbria che nella altre regioni italiane. Ha indicato che nel 2006 e nei primi dieci mesi del 2007 sono state dispensate rispettivamente 2.760 e 2.456 confezioni di Norlevo e di 476 e 425 confezioni di Levonelle. Il Consigliere ha auspicato inoltre che la regolamentazione della somministrazione della pillola del giorno dopo sia oggetto di una campagna di informazione a partire dalle istituzioni, e che preveda l’obiezione di coscienza per medici e farmacisti, come suggerito da altri relatori e come chiesto da alcuni sanitari intervenuti nella discussione. Obiezione di coscienza basata prima su conoscenze scientifiche e su disposizioni costituzionali, e poi su considerazioni morali: è questo che è emerso dalla tavola rotonda, che ha chiuso sinteticamente con un’appropriata citazione di Immanuel Kant: ‘Su ciò che ha un prezzo si può sempre trattare, mentre su ciò che ha una dignità non si deve mai trattare’.
La morte non è in vendita
Obiezione di coscienza di medici e farmacisti: tavola rotonda a Perugia
AUTORE:
Mario Timio