La mafia all’assalto dell’Umbria

A Perugia la 16a Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie

L’Umbria deve fare i conti con la mafia. Non è quella descritta nelle fiction, ma ormai è una realtà penetrata in diversi settori: rifiuti, edilizia, riciclaggio. Nel corso della 16a Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie, che si è svolta a Perugia, Antonella Duchini, sostituto procuratore della Repubblica di Perugia, ha ricordato che “l’Umbria non è più l’isola felice citata ancora da qualcuno. Viene considerata dalle organizzazioni mafiose come un territorio appetibile perché non a rischio, al pari della bassa Toscana. È diventata meta finale della tratta degli esseri umani: qui vengono concentrati veri e propri criminali per organizzare ad esempio la prostituzione sulle strade. C’è poi il fenomeno della infiltrazione economica, con una presenza sul territorio umbro diffusa, radicata e non episodica”. Pochi giorni fa il procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso, si era espresso in questo senso nel corso di un incontro a Foligno. L’iniziativa è stata promossa dal Consiglio regionale, anche attraverso la Commissione sulle infiltrazioni mafiose in Umbria presieduta da Paolo Brutti, ed è stata conclusa dagli studenti di alcune scuole perugine che hanno presentato una performance in ricordo delle vittime delle mafie. “Noi tutti – ha detto il presidente del Consiglio regionale, Eros Brega – dobbiamo impegnarci a seguire l’esempio di uomini come Borsellino e Falcone, insieme al sacrificio e alla testimonianza delle tantissime persone uccise dalle mafie”. L’assessore regionale Fabrizio Bracco ha osservato, fra l’altro, che “dobbiamo essere convinti che il lavoro di indagine della magistratura e delle forze dell’ordine in genere avrà successo solo se le istituzioni saranno pronte a rispondere con fermezza al primo segnale, alla prima avvisaglia di infiltrazioni. È questo il modo migliore di festeggiare il 150° dell’Unità d’Italia”. Per Paolo Brutti, presidente della Commissione regionale antimafia, “non c’è qui la mafia dei quartieri di Palermo, ma segnali di infiltrazioni che si notano nella acquisizione di aree fabbricabili, immobili e attività commerciali, dai negozi al turismo: il tutto pagato con mezzi finanziari non controllati. La società umbra, per sua natura sana, si manifesta impreparata ad arginare le infiltrazioni, come se non ne avesse percezione. Dalle nostre audizioni è emerso che settori fondamentali come il credito e le attività commerciali hanno mostrato pigrizia e non hanno dato ancora un fattivo contributo, almeno all’avvio dell’attività della Commissione”.

AUTORE: Emilio Querini