Inchiesta ‘Disabili e lavoro a Bologna’, eccone le conclusioni. Nonostante il passaggio dal collocamento obbligatorio a quello mirato, è ancora molto problematica l’integrazione al lavoro dei disabili gravi. Scarseggiano le risorse. Soprattutto mancano le risorse umane. E dunque la disoccupazione rimane alta. La disponibilità delle aziende ad assumere disabili è scarsa, anche quando essi sono in grado di lavorare con l’aiuto di ausili è ‘scarsa’.Nessuno poteva immaginare che, in un’indagine sociologica, avesse tanto spazio una delle più classiche delle figure retoriche: la litote. Dicesi litote la ‘figura retorica di attenuazione’: uno l’attiva quando si rende conto che l’affermazione che sta per fare è troppo brusca, che non rende l’idea, che ferisce chi ascolta. Un amico comune sta morendo, ma tu non te la senti di dirlo all’amico che hai davanti con queste parole, per lui sarebbe un pugno nello stomaco, e allora tu dici: ‘Non sta bene’. Tuo figlio sta diventando un delinquente, tu ne hai coscienza e paura, ma non puoi e non vuoi ammetterlo, e ti rifugi in corner: ‘Ha dei problemi’. Forte del glorioso pedigree culturale dell’Alma Bononia Studiorum Princeps, qualcuno nella capitale emiliana contrabbanda come ‘indagine scientifica ‘ la propria mediocre furbizia.L’integrazione lavorativa dei disabili gravi non esiste, Lorsignori dicono che è ‘molto problematica’. Gli amministratori di tutti i colori tendono sempre più a non scucire il becco di un quattrino per il sociale, per Lorsignori ‘le risorse scarseggiano’. In tema di risorse umane dovevano dire che l’ipotizzata figura del ‘tutor’ è allo stadio di fantasma del castello, nessuno l’ha definita, inquadrata, quantificata economicamente; invece per Lorsignori ‘non si riesce ad attivarla’. Dovevano dire che la disoccupazione dei disabili gravi è la norma, e gli occupati sono rari come le mosche bianche: Lorsignori vedono solo una ‘disoccupazione alta’. Della disponibilità delle aziende ad assumere disabili gravi dovevano dire che non c’è: hanno detto ‘è scarsa’.In realtà questo è un mondo fatto su misura per i forti, e non intende cambiare. E per poter continuare a non cambiare, e tenere al margine gli emarginati al loro posto (cioè al margine), ha scelto di cambiare le parole. Il vocabolario si evolve, col pecorile consenso di tutti, affinché la realtà possa rimanere uguale a se stessa. D’altra parte’ quanti italiani, anche tra quelli che vengono in chiesa, condividerebbero una frase oscena come questa: ‘Ma non c’è lavoro per i sani, come può esserci per i disabili?!’.Facciamola, su questo tema, una bella indagine, seria nonostante la natura ruspante dei mezzi dei quali disponiamo: Se decidiamo di farla, io profetizzo su due piedi un numero: il 98 per cento.