L’ultima udienza di Papa Francesco prima di Pentecoste – mercoledì 15 maggio – aveva per tema “l’azione che lo Spirito Santo compie nel guidare la Chiesa e ciascuno di noi alla Verità”.
“Viviamo in un’epoca – ha esordito il Vescovo di Roma – in cui si è piuttosto scettici nei confronti della verità. Benedetto XVI ha parlato molte volte di relativismo, della tendenza cioè a ritenere che non ci sia nulla di definitivo e a pensare che la verità venga data dal consenso o da quello che noi vogliamo. Sorge la domanda: esiste veramente la verità? Che cos’è la verità? Possiamo conoscerla? Possiamo trovarla? Qui mi viene in mente la domanda del procuratore romano Ponzio Pilato quando Gesù gli rivela il senso profondo della sua missione: ‘Che cos’è la verità?’ (Gv 18,37-38). Pilato non riesce a capire che la Verità è davanti a lui, non riesce a vedere in Gesù il volto della verità, che è il volto di Dio. Eppure, Gesù è proprio questo: la Verità, che nella pienezza dei tempi si è fatta carne, è venuta in mezzo a noi perché noi la conoscessimo. La verità non si afferra come una cosa, la verità si incontra. Non è un possesso, è un incontro con una Persona”.
Ma – si è chiesto – chi ci fa riconoscere che Gesù è la Parola di verità? “È proprio lo Spirito santo, il dono di Cristo risorto, che ci fa riconoscere la Verità. Gesù lo definisce il Paraclito, cioè colui che ci viene in aiuto, che è al nostro fianco per sostenerci in questo cammino di conoscenza. E durante l’Ultima Cena, Gesù assicura ai discepoli che lo Spirito santo insegnerà ogni cosa, ricordando loro le sue parole (Gv 14,26)”.
“Qual è allora l’azione dello Spirito santo nella nostra vita e nella vita della Chiesa per guidarci alla verità? Anzitutto, ricorda e imprime nei cuori dei credenti le parole che Gesù ha detto e, proprio attraverso tali parole, la legge di Dio – come avevano annunciato i profeti dell’Antico Testamento – viene inscritta nel nostro cuore e diventa in noi principio di valutazione nelle scelte e di guida nelle azioni quotidiane, diventa principio di vita… Infatti, è dall’intimo di noi stessi che nascono le nostre azioni: è proprio il cuore che deve convertirsi a Dio, e lo Spirito santo lo trasforma se noi ci apriamo a Lui”.
“Lo Spirito santo – ha proseguito Francesco -, poi, come promette Gesù, ci guida a tutta la verità (Gv 16,13). Ci guida non solo all’incontro con Gesù, pienezza della Verità, ma ci guida anche dentro la Verità, ci fa entrare cioè in una comunione sempre più profonda con Gesù, donandoci l’intelligenza delle cose di Dio. E questa non la possiamo raggiungere con le nostre forze. Se Dio non ci illumina interiormente, il nostro essere cristiani sarà superficiale. La Tradizione della Chiesa afferma che lo Spirito di verità agisce nel nostro cuore suscitando quel ‘senso della fede’ (sensus fidei) attraverso il quale, come afferma il Concilio Vaticano II, il popolo di Dio, sotto la guida del magistero, aderisce indefettibilmente alla fede trasmessa, la approfondisce con retto giudizio e la applica più pienamente nella vita (cfr Lumen gentium, 12). Proviamo a chiederci: sono aperto all’azione dello Spirito santo, lo prego perché mi dia luce, mi renda più sensibile alle cose di Dio?”
“Questa è una preghiera che dobbiamo fare tutti i giorni: ‘Spirito Santo fa’ che il mio cuore sia aperto alla Parola di Dio, che il mio cuore sia aperto al bene, che il mio cuore sia aperto alla bellezza di Dio tutti i giorni’. Vorrei fare una domanda a tutti: quanti di voi pregano ogni giorno lo Spirito santo? Saranno pochi, ma noi dobbiamo soddisfare questo desiderio di Gesù e pregare tutti i giorni lo Spirito santo, perché ci apra il cuore verso Gesù”.
“Pensiamo a Maria che ‘serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore’ (Lc 2,19.51). L’accoglienza delle parole e delle verità della fede perché diventino vita, si realizza e cresce sotto l’azione dello Spirito santo.
In questo senso occorre imparare da Maria, rivivere il suo ‘sì’, la sua disponibilità totale a ricevere il Figlio di Dio nella sua vita, che da quel momento è trasformata. Attraverso lo Spirito santo, il Padre e il Figlio prendono dimora presso di noi: noi viviamo in Dio e di Dio”.
Anno della fede
“In quest’Anno della fede – ha concluso il Papa – chiediamoci se concretamente abbiamo fatto qualche passo per conoscere di più Cristo e le verità della fede, leggendo e meditando la sacra Scrittura, studiando il Catechismo, accostandosi con costanza ai sacramenti. Ma chiediamoci contemporaneamente quali passi stiamo facendo perché la fede orienti tutta la nostra esistenza. Non si è cristiani ‘a tempo’, soltanto in alcuni momenti, in alcune circostanze, in alcune scelte. Non si può essere cristiani così, si è cristiani in ogni momento! Totalmente!… Invochiamo più spesso lo Spirito santo perché ci guidi sulla strada dei discepoli di Cristo. Invochiamolo tutti i giorni. Vi faccio questa proposta: invochiamo tutti i giorni lo Spirito santo, così lo Spirito santo ci avvicinerà a Gesù Cristo”.