La gratitudine degli umbri

Nella cattedrale di Perugia gremita di fedeli, presenti anche le autorità, si sono riuniti i Vescovi delle otto diocesi per una celebrazione unitaria

In Umbria si è pregato ovunque e da parte di tutti, nelle cattedrali e nelle piccole e grandi chiese di città e di campagna. Ma si è voluto dare anche un segnale unitario nella preghiera per il Papa defunto. In maniera solenne e ufficiale, con tutti i vescovi, i sacerdoti, i religiosi e religiose delle otto diocesi ed anche le autorità civili e militari. Era presente il Governo con il Prefetto, il sindaco Locchi con il gonfalone del Comune, la direttrice della Galleria nazionale dell’Umbria e soprattutto moltissime persone, intere famiglie, tanto che molti sono dovuti rimanere in piedi nella cattedrale di san Lorenzo gremita e insieme perfettamente raccolta. La liturgia è stata partecipata con fervore, animata dalla Corale Laurenziana e guidata dal canonico sacrista don Paolo Giulietti e dal suo assistente p. Giancarlo. Unica nota stonata qualche assenza di Provincia e Regione. Il motivo di questa celebrazione regionale voluta dalla Conferenza episcopale umbra è stato il desiderio di esprimere profonda gratitudine ad un Papa che ha amato l’Umbria in maniera particolare e privilegiata. Si dirà che forse sono molte le comunità sparse nel mondo a sentirsi privilegiate dal Papa. Ma è indubbio che in Umbria Giovanni Paolo II si è recato ben 12 volte, e le sue visite hanno scandito il suo programma apostolico con note di marcato segno. Si è recato ad Assisi all’inizio del suo pontificato a chiedere a san Francesco, patrono d’Italia, un bagno di italianità perché lui, polacco, senza rinnegare la sua amata patria, potesse essere considerato a tutti gli effetti cittadino italiano riconosciuto tale dal più santo degli italiani. L’elenco e il ricordo di tutte le visite lo abbiamo riportato nel precedente numero de La Voce, con riflessioni dei vescovi e cronaca degli avvenimenti, che qui non ripeteremo. Anche se mons Chiaretti, che ha presieduto la celebrazione eucaristica di domenica scorsa, li ha voluti ricordare, dichiarando che queste visite di un ‘grande Papa’ stanno a dimostrare che egli ‘ha amato e onorato la nostra piccola regione, ed anzi l’ha elevata solennemente al rango di ambasciatrice di pace in tutto il mondo con le celeberrime giornate del 27 ottobre 1986 (‘La pace è un cantiere aperto a tutti – disse – e non soltanto agli specialisti, agli strateghi. La pace è una responsabilità universale’), del 9 – 10 gennaio 1993 per la pace nei Balcani, del 24 gennaio 2002 per la condanna del terrorismo e d’ogni guerra motivata religiosamente (‘Mai più la violenza! – gridò – Mai più la guerra! Mai più il terrorismo! In nome di Dio ogni religione porti sulla terra giustizia e pace, perdono e vita, amore!’). Mons Chiaretti ha esaltato il ministero esercitato da Giovanni Paolo II in tutti i campi della fede e della vita cristiana ed ha insegnato agli uomini, ovunque si è recato, a trovare persorsi di giustizia e di riconciliazione. Non ha avuto paura di misurarsi con la società attuale e con le ideologie dominanti, mostrando sempre grande apertura d’animo e comprensione per le sofferenze degli uomini e dei popoli. L’Umbria pertanto deve essergli grata e deve ricordare che Giovanni Paolo II l’ha amata e prescelta soprattutto per i suoi santi Francesco e Benedetto e non è mancato, quando molti umbri sono stati colpiti dal terremoto, di dimostrare la sua partecipazione solerte e affettuosa. Non si deve neppure dimenticare che Giovanni Paolo è stato a Perugia, si è incontrato con la popolazione ed ha svolto un importante discorso all’Università nella quale ha lasciato una traccia che rimarrà negli annali dell’Ateneo e nella memoria di chi ha avuto la fortuna di accoglierlo. A nome di tutti gli umbri mons. Chiaretti, arcivescovo metropolita, a conclusione della sua ispirata omelia ha detto: ‘Dio benedica il grande papa Giovanni Paolo II, amatissimo’.

AUTORE: E.B.