Cento anni fa lo scoppio della Prima Guerra mondiale. Una guerra da non dimenticare e che a Perugia viene ricordata con la mostra “La prima Guerra mondiale e l’Umbria” inaugurata martedì 24 febbraio a Palazzo Baldeschi (dal 25 febbraio al 2 giugno) lungo Corso Vannucci a Perugia dalla Fondazione cassa di risparmio di Perugia e dalla Fondazione Cariperugia Arte. Il percorso espositivo, raccolto in otto sale, ripercorre un pezzo di storia d’Italia e dell’Umbria che si snoda attraverso diverse aree tematiche in grado di restituire un quadro articolato degli eventi e dei suoi principali protagonisti grazie all’esposizione di disegni, fotografie, giornali di trincea, manifesti, cartoline, cimeli e materiali cinematografici.
L’Umbria in quella guerra ha perso quasi 11mila uomini, su un totale dei 650mila caduti in tutta Italia. Colpiscono i volti di alcuni di loro, giovani, immortalati in vecchie fotografie, così come le parole scritte da Enzo Valentini (figlio dell’allora sindaco di Perugia) nelle lettere inviate quotidianamente alla madre raccolte nel 1930 in quello che è diventato un diario personale Enzo Valentini volontario di guerra. Lettere e disegni. Il diario è esposto nella sala dedicata a Perugia, dove troneggiano grandi riproduzioni fotografiche delle celebrazioni al Milite Ignoto del 27 ottobre 1921. A raccontare il percorso della mostra è stato il curatore Marco Pizzo, direttore del Museo centrale del Risorgimento di Roma al Vittoriano. La maggior parte del materiale in esposizione – composto da oggetti e documenti conservati presso gli archivi dell’Istituto per la storia del Risorgimento italiano, dell’Iccu (l’Istituto centrale per il catalogo unico), dell’Istituto Centrale dei Beni Sonori e Audiovisivi e dell’Istituto Luce – Cinecittà – viene dalla mostra patrocinata dalla Presidenza del Consiglio dei ministri – Struttura di missione, allestita a Roma a maggio 2014 presso il Complesso monumentale del Vittoriano. Tale materiale è stato integrato con una sezione umbra anche grazie alla collaborazione di istituzioni locali come il Comune di Perugia, la Soprintendenza archivistica dell’Umbria, la Deputazione di Storia Patria per l’Umbria, la Camera di commercio di Perugia e l’Ufficio scolastico regionale.
Uno dei cimeli esposti nella prima sala è il piano di coda di un aereo austriaco abbattuto da Francesco Baracca, asso dell’aviazione italiana. In una teca un manichino indossa un cappotto, guanti e berretto in dotazione ai soldati austro-ungarici; in altre sono raccolti oggetti appartenuti ai soldati quali sciabole, granate, baionette, perfino gli scarponi. E poi c’è la sezione dei manifesti propagandistici: le fotografie dal fronte erano proibite, così come i video. In mostra c’è quello commissionato al regista Luca Comerio che fu censurato per eccesso di realismo. I visitatori possono inoltre vivere anche la tragica esperienza della trincea, riprodotta con installazioni video in un’altra delle sale, accompagnati da suoni futuristi. Da un vecchio grammofono si può sentire la voce originale del generale Armando Diaz che legge il bollettino della Vittoria. Si chiude con la sessione dedicata ai pittori – soldato che offrono tramite le loro opere testimonianze artistiche di vita e di morte che si incrociano sui campi di battaglia.
L’intervento di Franco Marini
Il taglio del nastro avvenuto il 24 pomeriggio è stato preceduto da un evento in diretta streaming in un’affollatissima Sala dei Notari, durante il quale sono intervenuti il presidente della Fondazione Cassa di risparmio di Perugia, Carlo Colaiacovo, il presidente della Fondazione Cariperugia Arte, Giuseppe Depretis, il presidente del Comitato storico scientifico per gli anniversari di interesse nazionale, Franco Marini e Marco Pizzo. Franco Marini nel prendere la parola ha ricordato la figura di Vincenzo Valentini, leggendo alcune frasi tratte dal suo diario da cui si evince l’impotenza di fronte ad una guerra che “è stata una rottura della storia non solo per l’evento guerra in se stesso, ma anche per il legame con le difficoltà che viviamo oggi”.“Ricordare la guerra, in particolare la Prima guerra mondiale – ha sottolineato – vuol dire fare un’analisi del presente per non commettere gli stessi errori”. Bisogna riflettere sul fatto che “la Seconda guerra mondiale – ha aggiunto – è stata una propaggine della prima” e oggi, alla luce dei fatti che stanno accadendo nel mondo, è importante che la situazione non sfugga di mano “perché basta una scintilla”. Fondamentale, dunque, “la costruzione di una politica europea ancora inesistente” ha concluso Marini citando anche l’invito di Papa Francesco alle attenzioni necessarie oggi “per non cadere in un’altra guerra mondiale”.