Un’esperienza breve ma significativa. Un luogo dove si continua a scavare dentro se stessi per trovare la forza di ricominciare. L’Aquila, capoluogo abruzzese devastato dal terremoto, vive ancora oggi il contrasto tra quello di buono che si sta facendo per risollevarlo, e il rischio di pensare che il già fatto sia sufficiente. Il popolo aquilano ha ancora bisogno di aiuto. Lo si può notare anche in una visita fugace come quella fatta dal direttore della Caritas di Foligno Mauro Masciotti con noi ragazzi per verificare la situazione, portare il sostegno della Caritas della nostra città, e per condividere momenti importanti con i volontari che lavorano sul posto. Vengono da lontano, donano il loro tempo e la loro preghiera a chi necessita di una mano; e lo fanno sotto la direzione di don Marco, il cui volto rivela i segni della stanchezza. Basta poco per capire che le sue giornate e quelle dei suoi ragazzi sono senza sosta, ma non per questo prive della gioia che proviene dalla consapevolezza di incontrare il Signore nei volti delle persone che aiutano. Tra la tenda e il container don Marco non manca di mostrarci i viveri che sono stati messi da parte per i bisognosi. Fa presente come ci sia ancora bisogno della generosità della gente, “tranne la pasta – aggiunge scherzosamente -: di quella ce n’è anche troppa!”. Desideriamo vedere lo stato del centro storico. Ciò che risalta sono i ponteggi, i calcinacci, le macchine che spostano le macerie. In pochi mesi, una città con oltre 70.000 abitanti ha perso tutto, in termini materiali e non solo. Emblematica la scritta su di un cartoncino all’interno di un bar, posta al di sotto di un orologio fermo: “6 aprile 2009 ore 3.39, il tempo si è fermato”. Passeggiando tra le strade del centro, constatiamo come le lancette dell’orologio non siano ripartite da quella data. Poi c’è la gente. In verità non se ne vede molta in giro, ma la voce del popolo aquilano si fa sentire grazie ai cartelli di protesta appesi ai lati della strada. Don Marco e i suoi ragazzi, dopo aver condiviso con noi qualche momento, ci ricordano come attendano impazienti chiunque voglia unirsi a loro quest’estate. Quando noi folignati salutiamo i volontari, scorgiamo nei loro visi la stanchezza per il lavoro e per il caldo insopportabile, ma anche una gioia interiore che ci ricorda come il tempo speso per gli altri e per Dio è fonte di gratitudine. “Trova il tempo di essere amico: è la strada della felicità”, diceva Madre Teresa di Calcutta. Ed è dall’essere amico che si stimola nell’altro la forza di rialzarsi.
La forza di rialzarsi
FOLIGNO. Una delegazione della Caritas diocesana in visita a L’Aquila
AUTORE:
Mirko Fusi - Caritas