Schiene che fanno male, vesciche che non danno pace ai piedi maltrattati, ginocchia che scricchiolano. Forse, nel primo giorno del loro Cammino di Santiago, i giovani della diocesi di Perugia-Città della Pieve che hanno partecipato al pellegrinaggio organizzato dall’ufficio di Pastorale giovanile, hanno pensato che la famosa via dei pellegrini medievali portasse in dote solo tanta fatica e tanti dolori.
In effetti l’impatto con il Cammino è stato, tanto per usare un eufemismo, tosto, con 35 chilometri di strada e tanta fatica solo nel primo dei 5 giorni di cammino, dal 15 al 19 agosto. Ma a poco a poco, per i 47 ragazzi guidati da don Simone Sorbaioli, coadiuvato da uno stoico don Augusto Panzanelli, questa avventura si è trasformata in una vera e propria esperienza di vita. La strada, proprio come maestra di vita, ha permesso a tutti di tornare alla dimensione essenziale ed autentica dell’uomo: la pazienza di un passo dopo l’altro come ritmo dell’esistenza, l’importanza del momento della condivisione, come del momento del silenzio, la bellezza della preghiera solitaria e di quella comunitaria.
Inoltre l’esperienza del cammino permette di staccare dai ritmi frenetici del quotidiano per gustare delle piccole cose in cui si scorge la Provvidenza, ed allo stesso tempo consente di esperire la ricchezza che viene dall’incontro con gli altri: una signora che concede la propria rimessa per far pranzare i pellegrini durante una pioggia torrenziale, un sorriso e la parola giusta di incoraggiamento in un momento di sfinimento. Così, anche per i pellegrini della diocesi di Perugia-Città della Pieve, la forza del cammino è emersa in tutta la sua inesplicabile potenza.
Il Cammino è un’esperienza che mette alla prova, ma che allo stesso tempo riesce a trasformare lo sforzo in dono e permette di fare di ogni passo una preghiera. Inoltre con il pellegrinaggio si riesce a riconquistare la giusta considerazione delle cose: quando una palestra di uno sconosciuto paese della Galizia diventa l’approdo più ambito ed il giaciglio più insperato, beh, allora tutti i nostri agi, tutto il nostro benessere riesce ad essere considerato meglio, più lucidamente nel suo valore effimero o effettivamente essenziale.
È stata poi encomiabile la testimonianza di servizio data dalle quattro persone che hanno svolto il ruolo di supporto logistico, preparando i pasti per i pellegrini nei 5 giorni di cammino, seguendo orari indicibili, da pellegrini, con sveglia alle 4 di mattina. Questi 120 chilometri del Cammino portoghese, quello meno inflazionato, che parte dal confine con il Portogallo e arriva fino a Santiago, sono serviti sì per giungere alla storica meta, la cattedrale di Santiago ove riposano le spoglie del discepolo Giacomo, ma allo stesso tempo, la vera forza del Cammino è emersa in tutta la sua originalità mentre si faceva un passo dopo l’altro, nella condivisione e in un silenzio che ha parlato dentro ciascun pellegrino.