La fiaccola benedettina, accesa il 6 marzo nell’abbazia di Saint Meinrad nell’Indiana, nel suo lungo viaggio verso Norcia si è fatta ancora una volta carico di una grande speranza di pace e di solidarietà tra i popoli. I tempi che viviamo non sono certo scevri di preoccupazioni e di incertezze e l’umanità ha più che mai bisogno di risposte confortanti e rassicuranti. La fiaccola può rappresentare un momento di bagliore, può rischiarare un cammino che si è fatto all’improvviso buio. Ecco le tappe più importanti di questo pellegrinare dagli Stati Uniti all’Italia. Sabato 9 marzo la fiaccola era stata ricevuta nella sede delle Nazioni Unite, accolta da mons. Raffaele Martino, rappresentante della Santa Sede all’Onu. Domenica 10, sempre a New York, il card. Edward Egan l’ha benedetta nella cattedrale di Saint Patrik. Il giorno successivo, l’11, a sei mesi dall’immane disastro delle Torri Gemelle, era lì, a Ground Zero, per testimoniare la solidarietà della nostra terra e per alimentare quella enorme voglia di ripresa dimostrata in questi mesi dal popolo americano. La fiammella benedettina indica una strada “nuova” da percorrere, non quella della ritorsione, dello scontro violento, ma del dialogo, della comprensione tra i popoli, del rispetto della persona, del lavoro, base di ogni giustizia sociale, e della preghiera, che riporta l’uomo alla sua dimensione di creatura, limitata e fragile. Volata a Roma, la fiaccola, mercoledì 13, è stata ricevuta nell’udienza generale alla sala Nervi da Papa Giovanni Paolo II, che l’ha “gravata” di un grande impegno di pace e solidarietà nel mondo: farsi “segno di cristiana solidarietà e con lo spirito di portare serenità e speranza ai popoli di tutto il mondo”. All’udienza pontificia hanno preso parte oltre all’arcivescovo mons. Riccardo Fontana, ai monaci della comunità benedettina di Norcia e alla delegazione nursina, guidata dal sindaco Naticchioni, la delegazione statunitense e i rappresentanti di Germania, Austria, Ucraina, Portogallo, Messico, Francia e di altri Paesi europei. La sosta a Roma si è protratta fino al 20, avendo, la fiaccola, “stazionato” nella chiesa dei Santi Benedetto e Scolastica a Largo Argentina. Il giorno successivo ha raggiunto Arquata del Tronto e sul far della sera è stata accolta al suono delle campane e delle chiarine nella piazza di S. Benedetto, illuminata a giorno, e dove è stato acceso il tripode votivo. Il copione è stato in tutto e per tutto rispettato. Nel palazzo comunale è avvenuto l’incontro tra autorità civili e religiose, armonizzato dal bel canto della corale ‘Gildo Antonioni’. Si è rinnovata la consegna del prezioso reliquiario di S. Benedetto da parte del sindaco all’arcivescovo. Tra le tante autorità spiccavano Rocco Buttiglione, ministro per le Politiche comunitarie, Alfiero Biondi, vicepresidente della Camera, in rappresentanza di Pierferdinando Casini, presidente della Camera, che ha dovuto disdire la partecipazione in seguito all’assassinio di Marco Biagi, Maria Rita Lorenzetti, presidente regionale, il vescovo di Augsburg (Baviera), Victor Joseph Dammertz, già abate primate dell’Ordine benedettino, don Gino Reali, fresco di nomina episcopale, e molti sindaci della Valnerina. Dopo i discorsi ufficiali, nella basilica di S.Benedetto si è celebrato il solenne rito del transito. Il 21, come sempre, la città si è sveglia al suono del rullio dei tamburi, che annunciano l’arrivo della primavera e di un grande giorno di festa. Alle 10 il corteo storico in vesti tipicamente medioevali giunge in piazza e sul sagrato di S.Benedetto vengono consegnati all’autorità religiosa i Pallii e i Ceri rispettivamente da parte dei rappresentanti dei castelli del contado e dei notabili delle contrade nursine. Subito dopo, una solenne concelebrazione in Basilica con l’esecuzione di canti, tra cui il celebre inno a S. Benedetto, da parte della corale ‘Gildo Antonioni’. Alla festa erano presenti molti cittadini di Ottobeuren, la città gemellata con Norcia. Nel pomeriggio la tanto sofferta quanto avvincente gara della balestra ha richiamato in piazza un gran numero di persone. Sul tardi la ricca manifestazione delle celebrazioni benedettine si è chiusa con la processione con il reliquiario di S.Benedetto, che si è snodata per le vie della città, accompagnata dalla Banda musicale cittadina. Norcia ogni anno cerca di dare maggiore rilevanza ad un nome, quello di Benedetto, che ha cambiato in parte la storia del passato ed ha illuminato con la preziosa opera dei suoi monaci i secoli bui del Medioevo. La regola benedettina è “fresca” ancora oggi e può portare insperati frutti di rinnovamento anche nell’attuale società.
La fiaccola benedettina indica una strada nuova: quella del dialogo
Grande festa a Norcia per le celebrazioni in onore di San Benedetto
AUTORE:
Gianfranco Flamini