Non erano ancora le 6 del mattino quando da un terrazzo del palazzo dei Priori si è diffuso lo squillo delle clarine. La campana delle laudi ha suonato a distesa con i suoi rintocchi maestosi ed è poi sgorgato da chiese e oratori uno scampanìo festoso. Molti turisti, alcuni addirittura in vestaglia o in pigiama, si sono raccolti nella piazza centrale. Cosa stava accadendo? I cittadini presenti, consapevoli e affezionati a quel concerto mattutino, si sono prodigati nelle spiegazioni: iniziava in quel modo la festa del Voto istituita nel 1644 per commemorare la liberazione di Assisi assediata dalle truppe mercenarie di Federico II, liberazione operata il 22 giugno 1241, con la forza della preghiera, da Chiara e dalle consorelle; è così che ogni anno nella stessa data, tra lo stupore dei turisti, il popolo di Assisi rende omaggio e manifesta il suo ringraziamento alla Santa. Ecco un breve resoconto del Voto 2001. Alle otto di sera, con il sole ancora alto, le campane della basilica di S. Chiara annunciano la fase culminante della festività. Nel sagrato della cattedrale di S. Rufino si forma il corteo che scende verso la piazza comunale: il vescovo Goretti, i canonici del Capitolo, religiosi e religiose, i fratelli delle confraternite. All’ingresso del palazzo dei Priori il cerimoniere municipale Gianfranco Chiappini legge l’ordinanza di istituzione della festa. Quindi il sindaco Giorgio Bartolini porge il saluto alla folla ricordando che Assisi sta rinascendo nelle pietre, nella cultura, nella voglia di fare, galvanizzata anche dai recenti riconoscimenti internazionali ottenuti, una rinascita che è segno indiscusso della forza della gente, ma anche della protezione e dell’intercessione di Chiara e Francesco e inoltre delle consorelle clarisse che rappresentano gli indicatori di una spiritualità profondamente femminile. La processione, muovendo dalla piazza, percorre corso Mazzini ed entra quindi nella basilica di S. Chiara. Momento suggestivo: per la prima volta a partire dal terremoto del ’97 fedeli e visitatori celebrano il voto nello spazio sacro che attende un restauro definitivo; per la prima volta le clarisse possono esprimere la testimonianza di fede all’interno della basilica: “La Comunità delle figlie di S. Chiara, finalmente riunite nel suo Monastero, vi porge il sincero benvenuto in questo luogo che custodisce le spoglie della Madre… Anche noi, accogliendo l’esempio della nostra Madre, vogliamo trasformare la nostra riconoscenza per tanti beni ricevuti da questa città in una fiduciosa preghiera”. La processione scende a S. Damiano per la celebrazione di compieta. Il vescovo Goretti delinea il volto di una società nella quale le sorelle di S. Chiara rappresentano un punto di riferimento per la preghiera che giorno e notte elevano, per l’offerta di consiglio e conforto, per il contributo a riscoprire il primato di Dio che vuole essere accanto all’uomo del terzo millennio. Il ministro provinciale dei frati minori Massimo Reschiglian loda la festa del Voto come segno di gratitudine che trova la sua conclusione nell’incontro “familiare” di S. Damiano. Ed è con gratitudine, rimarca lo stesso, che occorre, seguendo l’esempio di Chiara e Francesco rivolgersi a Dio.
La “Festa del voto” iniziata di buon mattino tra lo stupore dei turisti
Istituita nel 1644 per commemorare la liberazione della città dall'assedio di Federico II
AUTORE:
Francesco Frascarelli