La festa dei #$secondini#$ non fa dimenticare i problemi delle carceri

IL CORPO DI POLIZIA PENITENZIARIA HA CELEBRATO L/XI ANNUALE REGIONALE

Il Corpo di polizia penitenziaria ha ricordato, martedì 6 novembre, l/undicesimo Annuale regionale. La festa è iniziata la mattina nella Cattedrale di San Lorenzo di Perugia, con la celebrazione eucaristica. La Banda musicale del Corpo si è esibita in concerto al teatro Pavone; mentre nelle sale della Rocca Paolina è stata inaugurata la mostra #$Uniformi storiche del Corpo di polizia penitenziaria: immagini della giustizia nel tempo#$, una raccolta di uniformi, fotografie e documenti curata dal Museo Criminologico del Dipartimento dell/Amministrazione penitenziaria. E/ stato un momento importante per la polizia penitenziaria, molto sentito dagli agenti, che vogliono sentirsi vicini alla gente e far emergere un lavoro che rimane spesso oscuro, al chiuso degli istituti penitenziari. Gli agenti ci tenevano così tanto alla ricorrenza, che hanno momentaneamente messo da parte i problemi quotidiani che devono affrontare nello svolgimento delle loro funzioni. #$La festa è un motivo di gioia e di orgoglio per noi agenti – dice Franco Bellecci, segretario per il coordinamento regionale della Cisl – ma questo non ci fa dimenticare che la situazione lavorativa all/interno dell/istituto perugino è fortemente negativa. I detenuti sono in soprannumero, gli agenti sono sotto organico di almeno 20 unità e devono gestire una situazione difficoltosa, dovuta anche alla popolazione multietnica e di diverso credo religioso detenuta nell/istituto#$. A Perugia la situazione è al limite della sopportazione. Costruito tra il 1864 ed il 1870 su #$un terreno non molto opportuno per la salute dei detenuti#$, il carcere di piazza Partigiani, #$può ospitare 140 detenuti, attualmente ce ne sono in media 240 – dice Bellecci – ma il numero oscilla tra i 236 ed i 250#$. Gli agenti assicurano la sorveglianza dei detenuti, il presidio al cancello, in infermeria ed il quotidiano servizio traduzione; tutto con 20 unità in meno #$e gli straordinari si sono quadruplicati, il personale è continuamente sotto stress per i carichi di lavoro – prosegue Bellecci – e come se non bastasse alcuni uomini vengono trasferiti in altri istituti. Ci stiamo sacrificando per il buon nome del corpo, ma il carico di lavoro è eccessivo e lo stress accumulato all/interno del carcere lo scarichiamo a casa sui nostri familiari: questo non è giusto. Se la situazione non si sbloccherà il coordinamento Cisl ha intenzione di promuovere una manifestazione a livello regionale, anche perché con l/attuale organico non si potranno garantire tutti i servizi cui gli agenti sono chiamati#$. La storia del carcere perugino è senza fine: quello di piazza Partigiani appariva vecchio e desueto appena nove anni dopo l/inaugurazione (1870); quello di Capanne non è ancora finito e desta il sorriso in chi dovrà andarci a lavorare, #$forse lo finiranno quando io andrò in pensione#$, conclude il giovane responsabile Cisl Bellecci.

AUTORE: Umberto Maiorca