Città della Pieve si appresta a vivere, tra il 18 e il 19 giugno, la festa dei suoi Santi patroni Gervasio e Protasio a cui è intitolata la concattedrale, i due martiri milanesi del II secolo molto venerati dai pievesi. La loro festa liturgica del 19 giugno coincide, dal 1944, con l’anniversario della liberazione della città dall’occupazione nazista e dalla dittatura fascista. Il tributo di sangue versato dai pievesi al passaggio del fronte fu di circa settanta vittime tra cui il parroco, don Pompeo Perai, e diverse donne e bambini.
Segno di speranza e fiducia
“La coincidenza di date -commenta don Simone Sorbaioli, arciprete della concattedrale e parroco di Città della Pieve- rende per i pievesi la giornata dedicata ai Santi patroni Gervasio e Protasio, oltre che memoriale del sangue versato dai suoi caduti, anche segno di speranza e fiducia nel futuro dopo il periodo particolarmente difficile che abbiamo vissuto da un anno e mezzo a questa parte in ragione della pandemia che ci ha investito”.
La memoria storica
Sarà quest’anno una festa molto particolare e sentita, da come si evince dalle parole dell’arciprete Sorbaioli, nel ricordare, animati dalla fede, quei giorni e quelle esperienze pregne al contempo di dolore e desiderio di rinascita. A raccontare i momenti tragici del passaggio del fronte fu, tra gli altri, il prete e storico pievese monsignor Fiorenzo Canuti (1876-1968) nel suo Diario Storico di Città della Pieve, di cui si riportano di seguito alcuni passaggi significativi.
“Alle ore 21 (di venerdì 16 giugno 1944) è ucciso il parroco Don Pompeo Perai che andava a soccorrere i feriti. Sono minati alcuni palazzi sulla via del Vecciano e sulla via Vannucci, che crollano allo scopo di ritardare l’avanzata nemica. Tutto il popolo è nei rifugi in città e in campagna e prega i santi protettori dei quali si avvicina la festa. I combattimenti accaniti si prolungano per tutto il 16, 17, 18. 5 carri armati inglesi marcianti sulla via nazionale sono fermati e inutilizzati. Le case dalla parte di Santa Maria dei servi sono le più bersagliate.
Più di 30 anglo-americani cadono uccisi nei combattimenti; anche dalla parte dei tedeschi numerosi sono i morti. Terribili notti quelle tra il 16 e il 17, il 17 e il 18 mentre tuona il cannone, i proiettili sibilano in aria, i tetti crollano e i tedeschi passano di casa in casa rubano e distruggendo senza pietà, frugano addosso alle persone nei rifugi e portando via quanto essi avevano di prezioso presso di sé.
La liberazione. 1944, alla mezzanotte del 19 Giugno, festa dei nostri protettori, i ricoverati nei rifugi di campagna odono gli ordini che i tedeschi diramano alle loro truppe, scaglionate un po’ da per tutto, perché partano e si portino indietro in ritarata. La città è libera, ma circa 70 sono le vittime della popolazione civile.
La sera del 19 giugno tutto il popolo dai rifugi si è ritrovato in cattedrale per ringraziare iddio e i nostri santi protettori del pericolo superato. L’incontro è stato dei più commoventi“.
Il programma della festa
Quest’anno la festa patronale si svolgerà secondo il seguente programma nella concattedrale dei Santi Gervasio e Protasio: venerdì 18 giugno, alle ore 18, si terrà la celebrazione dei primi vespri presieduti da don Andrea Andreozzi, rettore del Seminario Regionale Umbro Pio XI di Assisi, che terrà una catechesi sul tema: Martirio e Comunità. Sabato 19 giugno, alle ore 17, si terrà la Santa Messa presieduta dal cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo della Diocesi di Perugia-Città della Pieve e concelebrata dai canonici del Capitolo della Concattedrale. Dopo la celebrazione, una breve processione con le reliquie dei Patroni, secondo le vigenti norme per il contenimento della pandemia, raggiungerà Largo della Vittoria, dove assieme al sindaco Fausto Risini verranno commemorati i caduti pievesi.