La fede in Dio garanzia di libertà

E’ stata proprio ‘una festa della fede’. Nel suo viaggio nelle terre natali Benedetto XVI ha difeso con passione le ragioni di Dio nella vita di oggi e per questo le ragioni della speranza, del futuro, della gioia, della bellezza, dello sviluppo pienamente umano. Il suo discorso è come sempre articolato e ficcante, ricco di umanità e delicatezza, così come rigoroso nel ragionamento, come nell’omelia nella Messa della ‘Neue Messe’, la nuova fiera di MÈnchen. Ha constatato senza timore ‘una debolezza d’udito nei confronti di Dio’. Siamo diventati sordastri. Ed è un handicap rilevante, perché se non ascoltiamo Dio ‘viene circoscritto in modo drastico e pericoloso il raggio del nostro rapporto con la realtà in genere. L’orizzonte della nostra vita si riduce in modo preoccupante’. E qui sta il punto: la fede è garanzia di libertà, di dinamismo, di apertura. Il ciclo della secolarizzazione ha fatto il suo tempo. ‘Le popolazioni dell’Africa e dell’Asia ammirano, sì, le prestazioni tecniche dell’Occidente e la nostra scienza, ma si spaventano di fronte a un tipo di ragione che esclude totalmente Dio dalla visione dell’uomo, ritenendo questa la forma più sublime della ragione, da insegnare anche alle loro culture. La vera minaccia per la loro identità non la vedono nella fede cristiana, ma invece nel disprezzo di Dio e nel cinismo che considera il dileggio del sacro un diritto della libertà ed eleva l’utilità a supremo criterio per i futuri successi della ricerca’. In questo modo, l’orizzonte della vita si riduce, tutto ritorna alla legge del più forte. Ecco, allora, l’appello a rinnovare la dinamica di una modernità che ha una chiara identità cristiana, di fronte alle contraddizioni di tanto malinteso multiculturalismo. Il mondo occidentale ritroverà se stesso e la capacità di parlare al mondo ‘soltanto se cresce di nuovo la fede in Dio, se Dio sarà di nuovo presente per noi ed in noi’. Questo comporta per i cattolici una nuova responsabilità missionaria, pienamente compatibile con la sana laicità dello Stato. ‘La nostra fede non la imponiamo a nessuno. Un simile genere di proselitismo è contrario al cristianesimo. La fede può svilupparsi soltanto nella libertà’. È un chiaro monito all’ateismo secolarizzato, ad ogni concezione integralistica della laicità, ma anche ad ogni fondamentalismo religioso. Definisce l’identità incommensurabile e, nello stesso tempo, la strada stretta del cristianesimo e della Chiesa, in particolare di fronte al mondo islamico, anche qui in Europa. Il cristianesimo è la fede in ‘quel Dio che alla violenza ha opposto la sua sofferenza; che di fronte al male e al suo potere innalza, come limite e superamento, la sua misericordia’ e proprio per questo è all’origine di una straordinaria dinamica di civiltà.

AUTORE: Francesco Bonini